Delirio Fb: 43enne napoletano annuncia il suicidio, riceve 357 mi piace
Ha annunciato nel giorno di San Valentino che si sarebbe ucciso. Lo ha fatto poche ore dopo, dandosi fuoco nel suo furgone. Ma il suicidio di Salvatore Avellino, 43 anni di Casoria, nella sua drammaticità è la sconcertante fotografia di una società dove si reagisce con il “like” a tutto, anche davanti a una disperata richiesta d’aiuto.
357 mi piace sotto a un annuncio di suicidio
“Piace a 357 persone. Commenti: 172. Condivisioni: 157”. Quanto registra Facebook sotto il tragico post, è la rappresentazione di una società per certi versi malata. Quanti di quelli che hanno messo mi piace sono entrati in contatto con Salvatore? Non è dato saperlo. Ma se quei 357 mi piace si fossero trasformati in altrettante telefonate all’uomo, ai suoi familiari, o alla polizia, avrebbe comunque commesso il suo gesto estremo? Nessuno ha la risposta e nessuno giudica. Resta raccapricciante una società virtuale, dove si clicca “mi piace” su tutto, anche sul proposito di farla finita per sempre.
Il post integrale di Salvatore prima del suicidio
Nel post firmato da Salvatore, intitolato THE END, la lettera d’addio è una implicita richiesta d’aiuto:
«Tutto ha una fine nulla dura in eterno – scrive il 43enne napoletano, separato con due figli – Non chiedo comprensione a nessuno ne voglio giustificare il mio gesto, come ogni decisione che si prende ha le sue motivazioni. La mia scaturisce dalla completa sconfitta che mi sono procurato nella mia vita, ho commesso tanti errori, ho creduto di stare nel giusto quando vivevo nello sbaglio, non ho avuto rispetto per me stesso ne per gli altri e ancora errori giudicati dagli altri. Tante cose più o meno importanti prese con tanta leggerezza. Come tante cose pensate e fatte con il cuore rovinate con il mio comportamento sbagliato distruggendo ogni evento. Sicuramente il mio comportamento è stato la causa della mia distruzione che giorno dopo giorno mi ha isolato da tutti. Oggi mi ritrovo con nulla, sia in me che intorno a me. Il vuoto che mi circonda non può essere più riempito, la colpa è tutta mia.
Non ho più nulla. Anche se con tanto ritardo chiedo SCUSA a tutti coloro che ho ho fatto soffrire….
La cosa più bella e importante della mia vita è stato generare i miei due figli, ai quali non ho dimostrato nulla meritandomi un’altra sconfitta. Chiedo perdono a loro che non hanno nessuna colpa.
Salvio»