Caro Salvini, Fazio le starà pure «sulle palle». Ma un aspirante premier non lo dice

26 Feb 2018 16:15 - di Marzio Dalla Casta

«In tv vado ovunque mi invitino. Quasi ovunque… dico quasi ovunque perché non sono andato con orgoglio da Fabio Fazio, che mi sta sulle palle. Mi sono risparmiato lui e la Littizzetto». Così parlò Matteo Salvini, leader politico e aspirante premier. Al netto di ogni comprensione per l’antipatia che il politically supercorrect del conduttore di Che tempo che fa può suscitare in ciascuno di noi e al netto della più benevola concessione all’utilizzo del turpiloquio come lingua ufficiale della politica attuale, ci chiediamo sommessamente se sia conveniente per uno che aspira alla poltrona più alta di Palazzo Chigi rivolgersi in questo modo verso un’altra persona. Avesse contestato – che so – il programma, la conduzione o persino l’arredamento dello studio… pure pure, ma qui si parla d’altro. Si parla dell’antipatia suscitata da Fazio in Salvini. A tal punto radicale e irriducibile da far passare in secondo piano gli ambiziosi progetti di leadership coltivati dal capo leghista. Incredibile. Da quando politica e tv vanno a braccetto, non era mai capitato che un leader rinunciasse alle telecamere, e per di più ad una settimana dal voto, sol perché il conduttore gli «sta sulle palle». Tutta colpa del grasso che cola, verrebbe da dire. Ve l’immaginate un Giorgio Almirante dare forfait ad una Tribuna Politica per idiosincrasia conclamata con Jader Jacobelli o con Ugo Zatterin? Ma neanche per sogno. Questione di educazione, certo. Ma anche di calcolo. Già, allora la politica non era un prodotto di largo consumo e quei pochi microfoni che sporgevano dai tiggì erano esclusivo appannaggio di governo, maggioranza e opposizione comunista. Ad Almirante andava già di lusso quando poteva accomodarsi (si fa per dire) sullo strapuntino delle trasmissioni ufficiali della campagna elettorale. E anche lì quante polemiche, con gli “indignati speciali” dei giornali pronti a girare i tacchi e a lasciare la trasmissione pur di non scambiare una sola sillaba con il “fascista” Almirante. Che, però, a differenza di Salvini non si lasciava irretire né intimorire dalle sfuriata ideologiche dei suoi detrattori. Anche perché capiva che la loro reciproca incompatibilità era solo questione di pelle, non di «palle». Altri tempi. Soprattutto, altro stile.

Commenti

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  • vittorio sciullo 13 Marzo 2018

    ma Lei, della casta, se lo immoagina come Almirante avrebbe trattato uno Iacobelli o uno Zatterin che gli avessero fatto, insieme alla domanda stupita, anche il sorresino cretino ???
    altra tv e altri “conduttori” anche con altri costi.

  • Massimo Casali 27 Febbraio 2018

    Invece no caro Della Casta, inalmente, speriamo, uno che rispetta I Cittadini e gli elettori, dice quello che pensa e pensa quello che dice.

  • Laura Prosperini 27 Febbraio 2018

    Sono perfettamente d’accordo con Salvini, W la sincerità (Salvini) M il politicamente corretto, solo da una parte (Fazio)

  • Marcello 26 Febbraio 2018

    Non ci vedo niente di male: pane al pane e vino al vino. D’altronde i latini dicevano: nomen omen, e non si può negare che Fazio sia molto fazioso…

  • Pino1° 26 Febbraio 2018

    Non conoscendo di persona il sig. Salvini posso solo provare ad immaginare, con tutti gli errori che ne conseguono. Ogni trasmissione ha un suo target e probabilmente oltre che essere un conduttore sinistroso e porta sfortuna che ‘se la tira’ oltre misura, ha una livorosa assistente ed uno studio montato in maniera particolare, da sfrontato, non riconosce agli invitati di platea deroghe di sorta. Non potrebbero esprimere nessun gradimento di tale personaggio. La platea degli ascolti è già coperta da altro intervento previsto in trasmissione più accreditata.Se si aggiunge l’astronomico compenso che gli viene regalato dalla RAI con i nostri soldi che non è giustificabile, a differenza di vespa che ha ospitato il mondo rispettando quasi sempre i suoi invitati. Poi, a saltarne qualcuno, se porta sfiga non fa male, da’ un’avviso ai naviganti !