“Uccisa per le sue foto hot”. Le ragazze russe si spogliano per protesta (fotogallery)
È diventata rapidamente virale sui Social in carattere cirillico, la campagna contro il femminicidio nata dalle ragazze russe e allargatasi rapidamente oltre i confini nazionali. A scatenare la protesta, come i media hanno raccontato lo stupro e l’uccisione di Tatyana Strakhova, martedì a Mosca, da parte dell’ex ragazzo e coinquilino, Artyom Iskhakov. Il killer si è ucciso dopo aver lasciato una confessione scritta. Il tabloid “Dni.ru” ha rilanciato le foto che la vittima aveva pubblicato prima di essere uccisa su Instagram. Foto audaci, che avrebbero “provocato” l’assassino. Centinaia di donne in queste ore hanno pubblicato immagini di loro svestite con la didascalia #NonèMotivoperUccidere. «Che una persona sia vestita o vada in giro nuda, scatti foto in biancheria o in costume…#NonèMotivoperUccidere». È questo il primo post che ha dato il via alla protesta.
Le ragazze russe colpite dalla morte di Tatyana
Tatyana Strakhova sul suo profilo Instagram aveva postato una serie di foto trasgressive, alcune con un fallo di gomma, altre dove è in pose sexy o con un coltello (vedi foto di copertina). Un motivo in più per i tabloid russi per scandagliare la vita privata della giovane e per fornire dettagli raccapriccianti sull’omicidio. L’uomo avrebbe abusato della giovane dopo la morte, in preda a un raptus. Con l’occasione le giovani ragazze russe, ma anche le donne che combattono da anni per la piena parità dei sessi, hanno cavalcato la protesta. In tante hanno postato una serie di scatti provocanti. Nel segno della libertà di presentarsi come si vuole, senza con questo arrivare a giustificare maniaci e stupratori.
Non esiste un motivo per uccidere. Mai.