Trump pronto a stracciare l’accordo nucleare con l’Iran firmato da Obama
Una serie di scadenze a gennaio offrono a Donald Trump l’opportunità di stracciare l’accordo nucleare con Teheran, mentre l’Iran è alle prese con un’ondata di manifestazioni di protesta contro il regime. I responsabili della politica estera e di sicurezza dell’amministrazione di Washington vogliono mantenere l’accordo in vigore, considerandolo il male minore, ma il presidente americano ha già ignorato i loro consigli per quanto riguarda Gerusalemme. Per tentare di placare Trump, scrive il sito Politico, è in corso un tentativo per approvare una legge che possa accontentare il presidente, senza rompere formalmente l’intesa. L’accordo con Teheran – revoca di gran parte delle sanzioni in cambio di strette limitazioni al programma nucleare iraniano – prevede negli Stati Uniti una serie di paletti a garanzia del rispetto degli impegni da parte iraniana. L’11 gennaio, come accade ogni 90 giorni, Trump dovrà certificare la buona condotta dell’Iran nell’ambito dell’accordo. Poi, fra il 12 e il 17, il presidente americano dovrà prorogare la sospensione di una serie di sanzioni, come va fatto ogni 120 giorni. Già a metà ottobre Trump non ha voluto certificare il rispetto dell’accordo da parte iraniana, malgrado non siano state riscontrate specifiche violazioni. Sono scattati così 60 giorni entro i quali il Congresso poteva ripristinare le sanzioni, cosa che non è avvenuta anche perchè tutti erano occupati con la riforma fiscale. Ora le scadenze più a rischio sono quelle relative alle sanzioni. Se Trump non firmerà la proroga, c’è il rischio che Teheran denunci l’accordo e faccia ripartire il suo programma nucleare. Salirebbe così ulteriormente la tensione con l’Iran, con Washington che potrebbe avere a suo fianco solo Israele. Gli altri firmatari dell’accordo – Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia- sono infatti decisamente contrari a una rottura da parte americana. Sconfitti sul riconoscimento di Gerusalemme capitale d’Israele, il Consigliere per la Sicurezza nazionale H.R.McMaster, il segretario di Stato Rex Tillerson e il segretario alla Difesa James Mattis sperano di mantenere in vita l’accordo sul nucleare. McMaster ha già incontrato il presidente della commissione Esteri del Senato, il repubblicano Bob Corker, e il capo della minoranza democratica Ben Cardin. L’obiettivo è concordare un testo molto duro con l’Iran, scritto in modo che non rischi di far saltare l’accordo. I tempi sono però molto stretti ed è possibile che il provvedimento non sia ancora stato votato al momento della proroga sulle sanzioni. Trump, che non perde occasione per attaccare l’accordo nucleare, potrebbe decidere comunque di fare di testa sua decretando la fine dell’intesa. L’abolizione dell’accordo nucleare era una sua promessa elettorale, così come il riconoscimento di Gerusalemme capitale d’Israele.