Tedeschi, inglesi e americani a caccia di Alitalia: cruciali i prossimi giorni
Settimane cruciali per la vendita di Alitalia. Entro la fine di gennaio i commissari straordinari della compagnia dovrebbero completare l’esame delle offerte per procedere alla scelta del potenziale acquirente, con il quale avviare la trattativa in esclusiva. E’ questa la prossima scadenza della procedura che ribadisce il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, confermando la tabella di marcia indicata nelle scorse settimane. Il lavoro dei commissari si dispiega a 360 gradi: Luigi Gubitosi, Stefano Paleari ed Enrico Laghi hanno avviato le negoziazioni con tutti i soggetti in campo, Lufthansa, EasyJet e il fondo di private equity Usa, Cerberus, e sono in attesa di offerte migliorative che, al momento, non sarebbero ancora arrivate. Sarà, dunque, questo lo snodo che consentirà alle terna commissariale di scegliere il soggetto con il quale avviare la trattativa in esclusiva. “Oggi abbiamo sul piatto tre offerte”, riferisce il titolare del Mise. Il quale tiene anche a puntualizzare di non avere “preferenze”: “per me – dice – la questione è molto oggettiva e la valutazione sarà fatta sui numeri”. La negoziazione in esclusiva, spiega Calenda, “riguarderà esuberi, costi per lo Stato e ovviamente la validità di un progetto industriale dal punto di vista delle connessioni aeree. Oggi a noi quello che ci interessa è avere come italiani delle connessioni”. Il dato positivo è rappresentato dal prestito ponte che in questo momento, di fatto, non è ancora stato intaccato. “Abbiamo fatto un prestito ponte che nell’insieme vale 900 milioni – ricorda – e che per fortuna in questo momento è intonso perché i commissari hanno lavorato bene, hanno tagliato molti costi, e quindi la situazione è stabile. Però Alitalia non ce la fa da sola – avverte – basta un aumento del prezzo del carburante o anche semplicemente il fatto di entrare nella bassa stagione che si bruciano soldi. Abbiamo bisogno che questa storia di Alitalia trovi una conclusione”. A guardare con favore al matrimonio con Lufthansa è l’Associazione nazionale piloti, per la quale questo rappresenta “l’unica soluzione valida”. Tuttavia, avverte, “sarebbe un azzardo vendere l’intera azienda alla compagnia tedesca”: “Il nostro Paese, con il suo enorme potenziale turistico non può permettersi – sottolinea Marco Veneziani, fondatore di Anp – di perdere il controllo della compagnia. E’ auspicabile una soluzione che sia finalizzata a una unione fra le due aziende”.
Condivido in toto il commento del dott. Benigni. È pacifico che si debbano fare sacrifici, vale a dire più efficienza da parte del personale e meno sprechi e, per quanto riguarda gli esuberi trovare una soluzione soddisfacente lasciando i sindacati a casa loro.
Qualcuno può cortesemente spiegarmi perché gli stranieri sarebbero in grado di far quadrare i conti di un’ impresa italiana e gli italiani non ci riescono? Se non si da una risposta a questa domanda ci venderemo anche le ferrovie, telecom, le poste, ecc. e saremo tutti colonizzati senza mai sapere perché.