Siria, Msf a Raqqa, ex capitale dell’Isis: lasciavano bombe anche nei peluche
Nella prima settimana dell’anno, 33 pazienti con ferite da esplosione, di cui 13 minori, sono stati curati dalle equipe di Medici Senza Frontiere (Msf) nella città di Raqqa, l’ex capitale del sedicente Stato islamico (Isis) situata nel nord della Siria. Lo ha riferito la stessa organizzazione in una nota, precisando che le persone sono rimaste ferite mentre rientravano nelle loro case in città, dove bombe inesplose e ordigni esplosivi improvvisati (Ied) sono disseminati ovunque. “Msf – si legge nella nota – è estremamente preoccupata per la limitata attività di sminamento nella regione, dovuta principalmente alla carenza di attrezzature e personale specializzato”. Dal 17 ottobre del 2017, quando il conflitto a Raqqa si è placato, le équipe di Msf hanno assistito 271 persone con lesioni da esplosione, di cui 64 erano già morte o in fin di vita al loro arrivo in ospedale. “Nei due mesi trascorsi in Siria non ho assistito solo vittime dirette del conflitto”, ha dichiarato Simone Del Curto, anestesista di Msf rientrato dall’ospedale di Tal Abyad, che riceve pazienti da Raqqa. “In ospedale arrivavano tante persone che saltavano sulle mine o si imbattevano in trappole esplosive dopo essere rientrate nelle loro case. Ricordo di aver curato pazienti colpiti da bombe nascoste in un peluche, un televisore e perfino in una zuccheriera. In Siria, anche un momento conviviale come prendere un tè con la famiglia può trasformarsi in una tragedia”. Sono già migliaia i siriani rientrati a Raqqa dopo la fine dei combattimenti, ma si stima che questo numero aumenterà sensibilmente. Gli ordigni inesplosi e improvvisati restano una delle principali minacce per la popolazione. Se non aumenteranno le attività di sminamento ci saranno ancora molte vittime di esplosioni, anche fra i bambini, nei prossimi mesi. “Gli abitanti di Raqqa vogliono poter tornare in sicurezza nelle loro case, al lavoro e nei campi – prosegue il comunicato – Msf chiede con forza a tutte le parti in conflitto e ai loro alleati, così come alle organizzazioni per lo sminamento e alla comunità dei donatori, di aumentare le operazioni di sminamento nelle case e nei villaggi e di aumentare le attività di educazione al rischio mine, per proteggere le persone da queste drammatiche ma evitabili morti e lesioni”. Nel 2017 Msf ha lanciato il rapporto Set to explode (Pronto a esplodere) che raccoglie le testimonianze di medici e pazienti del nord della Siria, mutilati da mine e ordigni inesplosi nelle strade, nei campi o all’interno delle loro case.