Operazione Sabina, il prezioso ruolo dell’Esercito nelle calamità naturali

2 Gen 2018 17:08 - di Redazione

Missioni internazionali in aree di crisi, operazioni in supporto e in sinergia con le Forze di Polizia, attività di bonifica di residuati bellici su tutto il territorio nazionale, interventi di soccorso alla popolazione in casi di pubbliche calamità e ancora supporto alla Protezione Civile per le campagne antincendio, soccorso alpino e rilevamento dei dati meteo-nivologici grazie al servizio Meteomont. Queste sono solo alcune delle attività condotte dall’Esercito italiano nel corso di un 2017 che ormai volge al termine e che proseguiranno ininterrottamente anche in questi giorni di festa con 4.000 militari schierati all’estero e 7.000 soldati a disposizione delle prefetture competenti per territorio, che operano nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure, in concorso alle Forze dell’Ordine, per il presidio del territorio e delle principali aree metropolitane. Ricordando brevemente le attività più importanti condotte dagli uomini e donne dell’Esercito durante quest’anno, l’Operazione Terra dei fuochi, ha visto i militari italiani operare nelle provincie di Napoli e Caserta per la prevenzione e il contrasto dei reati ambientali. Il 2017 è stato anche l’anno del G7, e proprio l’Esercito, a Taormina, è stato chiamato a intervenire, in supporto alle Forze dell’ordine, con una Task Force di 2.900 uomini e donne, impegnata in servizi di vigilanza e sicurezza di circa 100 obiettivi sensibili dislocati nella cittadina siciliana. Continua poi l’attività di rimozione delle macerie nei territori dell’Italia centrale, colpite dal terremoto del 2016 e da un’eccezionale ondata di maltempo di inizio anno. L’Esercito, chiamato a fornire soccorso alla popolazione locale con l’Operazione Sabina, durata 10 mesi e conclusasi l’8 giugno scorso, ha visto mediamente impegnati 1.500 militari e 550 mezzi tattici e speciali del genio, con un picco massimo, durante l’emergenza neve, di circa 2.500 militari e quasi un migliaio di mezzi, per la ricerca e soccorso di superstiti, il ripristino della viabilità stradale, la costruzione di ponti, scuole e unità abitative, i soccorsi all’hotel Rigopiano e il presidio dei centri storici dei paesi distrutti dal terremoto, al fine di prevenire atti di sciacallaggio. Per lo sforzo profuso dall’Esercito in quest’ambito, lo scorso 4 maggio 2017, durante il 156° anniversario della sua costituzione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Bandiera di Guerra dell’Esercito Italiano. I militari italiani sono inoltre intervenuti a Ischia, dopo la scossa di terremoto del 21 agosto, a Livorno, in seguito all’alluvione dovuta alle forti piogge del 9 e 10 settembre e ancora in Sicilia per l’emergenza idrica o in Piemonte e sul Monte Morrone per spegnere gli incendi. Rilevante è stato il contributo fornito dall’Esercito nella Campagna antincendi boschivi 2017, nei mesi da luglio a settembre, e sviluppata in virtù di accordi stipulati tra la Difesa e la Protezione Civile. Circa 330 ore di volo effettuate da elicotteri dell’Esercito, più di 300 le attività di spegnimento e 141 sortite, per un totale di oltre 1.600 lanci di acqua. In prima linea su questo fronte elicotteri di diversa tipologia, impiegati praticamente su tutto il territorio nazionale, isole comprese. L’ultimo intervento risale al periodo tra il 27 e il 31 ottobre, in seguito ai roghi divampati in Piemonte. Il supporto alla popolazione e alle autorità civili si concretizza anche attraverso gli interventi di bonifica dei residuati bellici, che sono da sempre di competenza dell’Esercito e, in particolare, dei nuclei artificieri inquadrati nelle unità Genio della Forza Armata. Negli ultimi 12 mesi sono stati più di 2.100 gli interventi di rimozione e brillamento di ordigni esplosivi. Esercito attivo anche in montagna, con il servizio di soccorso alpino e il rilevamento dei dati meteorologici e nivologici adesso anche in diversi punti della catena appenninica. Si chiama servizio Meteomont e già da molti anni è assicurato dai reparti alpini dell’Esercito. L’ultima stazione di rilevamento è stata installata a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, lo scorso ottobre e consentirà di potenziare in modo significativo la locale rete di monitoraggio e con essa la capacità di prevenzione e previsione valanghe di tutta l’area.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *