Nigeria, strage in moschea: 10 vittime. Muore anche il padre del kamikaze
Una storia che al dolore della tragedia unisce anche la beffa che certe volte la morte sfodera come uno dei suoi più crudeli aspetti. Una storia che arriva dalla Nigeria ma che in realtà simboleggia il boomerang che, presto o tardi l’efferatezza terroristica rilancia indietro contro chi ha scagliato l’offensiva stragista. Una storia che parte dall’attentato di un kamikaze in una moschea nigeriana e che arriva al culmine dell’imprevedibile: nella strage, tra le vittime, si registra anche la morte del padre dell’attentatore.
Nigeria, strage in moschea: 10 morti, tra cui il padre del terrorista
Essenziale e scarno, quanto tragico e beffardo, allora, il riassunto della vicenda: un kamikaze fa strage in una moschea nigeriana. Tra le 10 vittime, nella città di Gamburu, anche il padre dell’attentatore. Un giovanissimo attentatore suicida, riferiscono le autorità, che si è fatto esplodere nella moschea attivando un dispositivo indossato secondo il più drammatico e usuale rituale di sangue e morte. Ma è la notizia che si diffonde subito dopo che quasi leva spazio all’efferatezza dell’azione terroristica: quella diffusasi con le testimonianze dei residenti per cui, nell’azione del kamikaze, ha perso la vita anche il padre del giovane attentatore che aveva abbandonato la famiglia per unirsi a imprecisati gruppi di terroristi. L’esercito nigeriano ha confermato l’attentato, spiega l’agenzia Xinhua, e ha reso noto che un altro sospetto è stato ucciso nella città di Rann, che come Gamburu si trova nello stato del Borno, nel nord della Nigeria. Non solo: secondo quanto resocontato dal sito dell’Ansa, «uno dei soccorritori ha riferito che nove cadaveri sono stati trovati dopo l’esplosione e altri due persone sono morte in seguito, incluso l’attentatore». E a proposito di tragica beffa, il presidente nigeriano Muhammadu Buhari solo nel suo discorso di Capodanno aveva sostenuto che i Boko Haram – gruppo terroristico responsabili di decine di migliaia di morti in otto anni – «erano stati ampiamente sconfitti».