Napoli violenta, il Pg: contro le baby gang? Serve un esercito di insegnanti
Due 12enni bloccati dalla polizia mentre infastidiscono i passanti con delle pistole giocattolo. Un 15enne che scappa in motorino alla vista di una pattuglia del Reparto prevenzione crimine che, una volta fermato, viene trovato in possesso di un coltello con una lama da 12 cm. E, ancora, un quindicenne colto in flagrante mentre tenta di scavalcare la recinzione di una scuola e che, quando gli viene intimato di allontanarsi, estrae una pistola e spara un colpo a salve. Succede tutto nel giro di poche ore. Succede tutto a Napoli, dove nelle ultime settimane continuano e ripetersi inquietanti episodi micro-criminali che non fanno altro che sottolineare un allarmante aumento dei casi di delinquenza giovanile.
Baby gang in aumento, il Pg: serve un esercito di prof
Certo le azioni di polizia, sia preventive che successive alle denunce che continuano ad affastellarsi sulle scrivanie della Procura dei Minorenni, riescono a tenere in qualche modo sotto controllo il fenomeno, ma è ormai evidente, e a ogni giorno che passa sempre di più, che quanto sottolineato in un passaggio della sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dal procuratore generale Luigi Riello, «a Napoli e in Campania l’egemonia culturale non è nelle mani dei galantuomini, ma dei delinquenti». O meglio: che come chiarisce a stretto giro sempre lo stesso Pg, «il fatto indiscutibile che a Napoli e nella nostra regione i galantuomini siano in numero decisamente maggiore dei delinquenti non può farci credere, come acutamente ha argomentato Antonio Polito, che l’egemonia culturale sia nelle mani dei primi e non dei secondi. Anzi, purtroppo, è vero il contrario, ed è questo il vero aspetto dolente», ha aggiunto Riello, secondo cui «perfino in società più omertose e più abituate al dominio della violenza la “parte buona” della popolazione è riuscita a farsi sentire nei momenti topici e a provocare una ribellione morale che qui da noi non scatta mai». Una «ribellione morale», ricorda Riello, «come quella che a Palermo, dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio si tradusse in una forte e inequivocabile reazione civile che sorresse la risposta dello Stato. Qui no, se si eccetuano qualche corteo o fiaccolata a cadaveri caldi. Poi silenzio, anzi un muro di omertà»…
Ma sindaco e Comune, intanto, cosa hanno proposto?
Violenze gratuite e sistematiche, segno di un vuoto etico e di una cultura criminale che alimenta il crescente pullulare di bullismo e baby gang contro cui, prosegue il suo intervento Riello in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2018 al Maschio Angioino, «dobbiamo schierare un esercito di insegnanti». «Non siamo qui per diffondere allarmismi – ha aggiunto ancora il Pg – ma nemmeno per nascondere la testa sotto la sabbia e far finta che vada tutto bene. Le violenze sconvolgenti che vedono minorenni come protagonisti e vittime non costituiscono un’amara sorpresa inflittaci dal “destino cinico e baro”, ma solo l’ultimo anello di una catena di fatti pur diversi che concretizzano gravissime ferite al livello di civiltà e vivibilità di questa nostra terra splendida e vitale». Un dramma, quello dell’aumento della violenza giovanile, che per Riello “non si risolve solo con la falce della repressione e sul solo terreno processuale» per cui, a detta del Procuratore generale, sarebbe doveroso «schierare “un esercito di insegnanti”, una scuola che funzioni e innestare nelle periferie germogli di cultura». E, ad adiuvandum, come evidenziato dal presidente della Corte d’Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis Di Prossedi nel suo intervento,sarebbe importante che «i tanti cittadini onesti non rimangano inerti a guardare le azioni dei delinquenti, ma facciano anch’essi la loro parte per aiutare le forze dell’ordine e la magistratura ad assicurare la giustizia in questo territorio e garantire i diritti di tutti contrastando la violenza e la prevaricazione di pochi». Resta solo da individuare e assegnare, allora, un compito ben preciso a sindaco e amministrazione comunale che, mentre il fenomeno criminale giovanile cresce e si radica sempre più a fondo nel terreno sociale, innestandosi su disagio e problematiche ataviche della città, fa sentire un silenzio istituzionale che urla una sconcertante assenza di proposte e interventi.
It is a world phenomenon!!!
Sono d’accordo con un “esercito di insegnanti!!!???!!!” Mi chiedo, da insegnante: se siamo anche noi alla mercé delle baby gang e non possiamo fare nulla, mi spiega il procuratore Riello come possiamo arginare il fenomeno. Mi sono trovato in più occasioni a prendere decisioni fuori dalla mia pedagogia, come valore didattico. Alla fine sono stato io addidato e colpevolizzato dalla stessa scuola e dai genitori. Perciò prima di affermare certe proposte documentiamoci … Di certo la scuola e gli insegnanti non insegna e non forma a i baby gang.
LE SOLITE FRASI PER NON DIRE NULLA!!!! GLI INSEGNANTI CI SONO GIA’.
A QUESTI RAGAZZI BISOGNA FARGLI CAPIRE CHE NON SI POSSONO PERMETTERE DI FARE QUELLO CHE VOGLIONO…………. ANCHE CON ADEGUATE PUNIZIONI.
Ma quale esercito di insegnanti, tutto inutile, istituti di correzione una volta chiamati “discolato” e altrimenti le patrie galere