Mafia, la Dda di Palermo arresta 5 persone: tra loro l’uomo di fiducia di Totò Riina
La mafia non dorme, e di sicuro, non colpisce solo d’estate: lo dimostra, una volta di più, l’operazione portata a compimento dalla Dda di Palermo che ha appena disposto il fermo di 5 persone sulle cui teste gravano pesanti accuse e collegamenti “illustri”…I provvedimenti, allora, firmati dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvo De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi, sono stati portati a termine dai carabinieri.
Mafia, la Dda di Palermo ferma 5 sospetti
La notizia, rilanciata in queste ore dal sito dell’Ansa, spiega nel dettaglio come e perché la Dda di Palermo sia ricorsa al fermo dei 5 sospetti, le cui tempistiche sono state dettate dalla necessità di agire tempestivamente dal momento che il gruppo si preparava a fuggire. E in carcere, tra gli altri, riferisce l’agenzia giornalistica, «è finito Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore Biondino, autista e uomo di fiducia di Totò Riina». Per gli inquirenti, infatti, è lui il nuovo “reggente” del mandamento di San Lorenzo e a suo carico risultano diversi capi d’accusa per estorsione.
Tra i 5 arrestati il figlio dell’uomo di fiducia di Riina
La Direzione diostrettuale antimafia monitorava gli spostamenti di Biondino, in particolare, già da un po’: l’uomo, non a caso, nei mesi scorsi ha lasciato più volte Palermo per recarsi in Spagna, assai probabilmente per preparare il terreno della sua imminente fuga e organizzarsi la latitanza. Non solo: tra gli uomi fermati c’è anche Francesco Lo Iacono, un altro soggetto dal “blasone mafioso” illustre, che nel suo albero genealogico criminale vanta titoli e “apparentamenti” di rango in Cosa nostra: come riferisce l’Ansa, infatti, l’uomo «è il nipote del boss Francesco Lo Iacono, storico capomafia di Partinico». Anche lui dalla fedina penale pesante – tra l’altro, è accusato dell’incendio di una concessionaria di auto – e pronto alla fuga: sembra, infatti, che i tempi dell’arresto siano accelerati in vista del fatto che Lo Iacono si stava preparando a partire per Düsseldorf, anche lui pronto alla fuga e alla latitanza. In carcere, infine, sono finiti anche Salvatore Ariolo, Ahmed Glaoui e Bartolomeo Mancuso, accusati a vario titolo di mafia ed estorsione.