Macron attacca la Turchia: non è democratica. Però gli vende le armi
La Turchia non merita l’ingresso in Europa. Emmanuel Macron fa la voce grossa con Ankara nel corso dell’attesissimo incontro con Recep Tayyip Erdogan. Bisogna uscire dall’ipocrisia, ha ripetuto il presidente francese, che come il suo predecessore Sarkozy, vuole archiviare il tormentato processo di adesione della Turchia all’Unione europea. Paese inaffidabile, a rischio di deriva autoritaria dopo il golpe del 2016, dice il presidente francese. La Turchia insomma non dimostra “alcun progresso” nel difficile processo di annessione all’Ue. “Le democrazie devono assolutamente rispettare lo Stato di diritto”, dice l’inquilino dell’Eliseo facendo chiaramente capire che la Turchia non lo rispetta e quindi non può essere definita una democrazia.
Macron: no alla Turchia in Europa
Macron si è detto disponibile, al massimo, a un accordo di “cooperazione” solo per garantire l’ancoraggio della Turchia e del popolo turco in Europa. Da parte sua, Erdogan si è detto stanco di “implorare” l’adesione comunitaria, un processo – ha ricordato – avviato oltre mezzo secolo fa e mai arrivato in porto. Ma la fermezza di Macron si scontra con la realpolitik. A questo Paese pseudo-dittatoriale che non rispetta le libertà individuali il presidente francese ha venduto un bel pacco di armamenti. Nello specifico, un sistema di difesa aerea basato sui missili prodotti dal consorzio Eurosam, a sua volta formato dal produttore europeo di missili Mbda e dal gruppo francese della difesa Thales. Insomma monsieur le president non brilla per coerenza nel voler tenere a distanza di sicurezza la pericolosa Turchia, minacciando la chiusura dell’import-export e contemporaneamente garantire la vendita degli armamenti per alimentare guerre e rivolte. Niente turchi tra i piedi come alleati ma ben vengano come clienti delle industrie delle armi delle democrazie europee.