L’incredibile show della natura: la neve sulle dune del Sahara (VIDEO)
È la terza volta che succede in 40 anni, e come tutte le altre volte, anche quest’ultima non accenna a diminuire la portata di stupore e curiosità che suscita. Già, perché – precedenti a parte – è davvero suggestivo sfogliare sul web o guardare in tv le immagini che arrivano dall’Algeria: quelle che contemplano lo spettacolare connubio di neve e sabbia del deserto. Quell’incredibile, alchemica mescolanza di caldo e gelo, effetto di un meteo impazzito e segno evidente della spettacolarità della natura che, quando ci si mette, offre davvero uno show senza uguali…
Algeria, le spettacolari immagini della neve nel Sahara
La neve che riveste di bianco le dune del Sahara si era vista ancora, per l’ultima volta, il 19 dicembre del 2016, quando non faceva capolino in quell’area algerina dal lontano 1979. Perciò in queste ore, le istantanee e i video di piste bianco e della neve caduta in quota nel deserto appaiono in tutta la forza evocativa e scenografica e vengono percepite come uno spettacolo unico capace di temperare gli opposti fino a contemplarli – a dispetto di leggi fisiche e precetti dettati dalla consuetudine – in una stessa dimensione: quella in cui la porta del deserto, dove normalmente si registrano 30 gradi di temperatura di media, si mostra imbiancata da cima a valle. Nel Sahara – ad Ain Sefira, in Algeria in particolare – sono caduti 40 centimetri di neve, scendendo dapprima su una zona montagnosa di circa 800 metri di altitudine, e spargendosi poi un po’ ovunque, fino a ricoprire il manto sabbioso di dune e passaggi, suscitando ad ogni scorcio una incredibile suggestione. Tutto è da attribuire a un fenomeno meteorologico particolare, che ha portato sulla zona desertica correnti di aria gelida che hanno trasformato quella fetta di mondo desertico in una quinta teatrale fantascientifica. Uno scenario al limite del marziano, quello che mescola sabbia rossa e neve bianca, che i più non esitano a definire un “miracolo” della natura, ripetutosi per il secondo inverno dal 2016 a oggi, frutto proibito e stravagante di ben più inquietanti trasformazioni climatiche.