Lettera a Tiziano Ferro: «Se sei gay non cantare etero». E scoppia la polemica

17 Gen 2018 12:32 - di Milena De Sanctis
Tiziano Ferro

Tiziano (Zarantonello) scrive a Tiziano (Ferro) e divide i social. «Era diventato per me un super guru, un domatore professionista delle farfalle che durante l’adolescenza ti sconquassano lo stomaco peggio che la gastrite. Immaginate come posso esserci rimasto nel momento in cui rivela al mondo di amare gli uomini. Come aveva potuto ingannarmi?». È quanto si legge in un articolo pubblicato sul sito di Rolling Stone, nella categoria Opinion. Parole che hanno scatenando i commenti degli utenti sui social network. «Tu mi parli di quel congegno infernale che è la donna senza mai aver avuto i codici di accesso, senza mai aver voluto accedervi» prosegue l’autore che, all’inizio della missiva indirizzata alla popstar – tra ironia e provocazione – scrive: «Tiziano Ferro mi deve 10mila lire. Si parla del 2001, attualizzate valgono quasi 7 euro. Avevo 11 anni e l’amore, per me, aveva il viso di Paola, una ragazzina bella quanto perfida. In quell’anno esce Rosso Relativo. Brano contenuto nel cd acquistato da Zarantonello per 10mila lire.

L’amore “non è universale”

A chi sostiene che “l’amore è uno solo, è universale”, l’autore dice: «Non è vero» perché «ogni amore si compone di milioni di sfumature». Quindi, sottolinea, «figurarsi se quello tra uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna possono essere uguali tra loro. Mi sono sentito tradito, avevo perso quel clima di confidenza che si era creato tra me e Tiziano 10 anni prima grazie a Rosso Relativo». «Non è omofobia», precisa Zarantonello, che poi aggiunge: «Stanno nascendo tonnellate di popstar – la macchina dei talent è sempre incinta – in odore di gayezza (sacrosanta e legittima) ma con testi e videoclip totalmente “eterodiretti”. Che stridono con la sfera affettiva del cantante ma compiacciono le folle di ragazzine paganti». E ancora: «La sessualità dei cantanti ci interessa ed è anche cosa nostra proprio perché sono loro a metterla al centro del palco, rendendola il filo conduttore della discografia, il motore dei concerti e dei loro guadagni. La musica non è finzione. Se Vasco Rossi, oh mio dio non voglio nemmeno pensarci, rivelasse di aver mentito mi incazzerei eccome, se lo facesse Robert De Niro no». «L’Italia – scrive ancora – è piena di ragazze e ragazzi che vivono il proprio amore omo con vergogna e sensi di colpa, repressi da una società di repressi. Con una voglia crescente e incontrollabile di urlare a tutti la loro natura. E allora perché tu, che hai milioni di euro, non trovi il coraggio di fregartene della maggioranza», si chiede Zarantonello, che poi conclude: «Voglio infine tranquillizzare tutti sul fatto che poi tra me e Tiziano Ferro i rapporti si sono rimarginati. Ho apprezzato la chiarezza e ho continuato a comprare i suoi cd masterizzati. A mio parere continua ad essere il più grande scrittore di canzoni d’amore dopo Cesare Cremonini».

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