La Turchia riaccende la guerra in Siria: obiettivo, lo sterminio dei curdi
L’offensiva lanciata dalle forze armate turche contro l’enclave curda di Afrin, nel nord della Siria, è un “sostegno chiaro” al sedicente Stato islamico (Isis). Lo hanno dichiarato in una nota le Forze democratiche della Siria (Fds), coalizione mista curdo-araba, sostenuta dagli Usa, in prima linea nella lotta all’organizzazione jihadista. “Questo attacco barbaro è un sostegno chiaro all’organizzazione terroristica” Isis, hanno messo in guardia le Fds. “Nonostante la perdita delle sue principali roccaforti”, il gruppo jihadista “conserva ancora una forza significativa”, ha concluso l’alleanza curdo-araba. Le Forze democratiche della Siria (Fds) hanno invitato la coalizione internazionale anti-Isis ad assumersi le proprie “responsabilità” per l’offensiva turca contro l’enclave curda di Afrin. “La coalizione internazionale, nostra partner nella lotta contro il terrorismo, è chiamata ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti delle nostre forze e del nostro popolo ad Afrin”, hanno dichiarato le Fds in una nota. “La coalizione internazionale, con la quale abbiamo combattuto insieme e con coraggio battaglie per eliminare il terrorismo, sa molto chiaramente che questo intervento turco ha l’obiettivo di svuotare del suo significato la vittoria finale” contro l’Isis, è aggiunto in una nota letta dal portavoce delle Fds, Keno Gabriel. Ma Ankara non ha intenzione di fermarsi: la Turchia non farà “marcia indietro” dopo l’avvio della nuova offensiva in Siria. E’ quanto ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citato dai media locali. Sabato scorso Erdogan ha annunciato formalmente l’avvio dell’operazione contro l’enclave curda di Afrin, nel nordovest della Siria, in mano ai curdi delle Ypg, sostenuti dagli Usa e considerati “terroristi” da Ankara. Dopo Afrin, ha detto sabato il leader turco, “sarà la volta di Manbij”.