La Kyenge difende l’avvocatessa marocchina col velo: «L’Italia è arretrata…»
19 Gen 2018 19:01 - di Redazione
Asmae Belfakir, 25 anni, avvocatessa praticante nell’ufficio legale dell’Università di Modena e Reggio Emilia e responsabile legale della comunità islamica di Bologna, qualche giorno fa voleva entrare in Tribunale, al Tar dell’Emilia Romagna, indossando il velo. Ma il presidente, Giancarlo Mozzarelli, le aveva chiesto di toglierlo se voleva continuare ad assistere.
Apriti cielo, la giovane marocchina si era rifiutata di togliere il velo e aveva denunciato la presunta prevaricazione subita sui giornali. Oggi, in suo soccorso, contro ogni logica che imporrebbe il rispetto delle regole del paese ospitante (come ha sostenuto recentemente perfino dal Papa…) arriva come al solito l’europaramentare del Pd Cecile Kyenge, che esprime la sua vicinanza ad Asman Belfakir. «Noi vogliamo vivere in un Paese dove i giudici badino alla coerenza della strategia difensiva dell’avvocatessa, ovvero alla sua competenza, rispetto ai fatti per cui era in venuta in tribunale», dice la Kyenge. «Il riferimento alla tradizione o alla ‘nostra’ cultura, se pronunciato dal giudice in un’aula del tribunale, è l’espressione di un populismo giudiziario che non fa bene al paese – prosegue l’ex ministra – Inoltre, tutto il dibattito contradittorio e la controversia fra giudici sul tema dimostra quanto alcune disposizioni e normative in vigore necessitino di una urgente riforma, per mettere tutto il paese al passo con tempi, nel rispetto della nostra Costituzione”.
Insomma, la colpa è degli italiani, che non sono al passo coi tempi. In tribunale, per la Kyenge, si deve poter andare anche col burka, alla faccia dell’Isis…
Tu puoi parlare solo quando il tuo paese di cannibali pagherà’ il massacro vigliacco dei nostri tredici aviatoriare del mio paese e vattene. che erano venuti nel tuo paese infame in missione umanitaria.Lavati la bocca prima di parl
Ma perché visto che si dimostra tanto democratica non ritorna al suo paese e combatte il dittatore che ha in casa… Molto comodo fare gli africani con i soldi degli italiani
Questa volta ha ragione. Un popolo il cui governo non fa integrare i clandestini ma, pretende che sia il popolo ad integrarsi ad essi, come lo definisci??? Siamo un popolo di ARRETRATI. Fossimo avanti, per il governo sarebbero uccelli senza zucchero. (Kaxxi amari)
Con popoli che vivono ancora nella preistoria ne voglio stare fuori, o meglio , ognuno nella loro terra.
Per chi offende e degrada il Paese nel quale si vive cui non è connazionale, ovvero straniero, va espulso a calci in culo.
Se l’Italia è arretrata cosa ci sta a fare qui una mente superiore come lei? E perché non avverte i suoi connazionali africani di non stare a venire in questo paese. M tornatene a casina tua con tutta la tua ignoranza
Ritorni nel suo paese che é molto avanzato.
Ti sembrava che la Italo/congolese avesse del suo da dire ? Guardasse i suo congo l’attrito tra Chiesa Cattolica e Governo centrale li si che sono progrediti …. uccidono militari delel nazioni unite si impediscono manifestazioni contro il presidente Kabila, non stanno meglio dei progressivi compagni maomettani ove qualsiasi carica passa da padre a figlio, tribali ? eh si fino aprova contraria SIETE ancora llo stato TRIBALE proma do parlare e dar fiato pensi un’ attimino Signora Italo / congolese, dopotutto lei camapa ( ed anche bene ) a nostre spese !
cara signora, se non gradisci le nostre leggi puoi sempre tornare al tuo paese e noi italiani tireremo un sospiro di sollievo
Arretrati si era il giorno della tua elezione, ma stai tranquilla, finirà prima o poi il tuo mandato, e allora si vedrà la nostra arretratezza
La Kyenge, come al solito, ha perso l’occasione per stare zitta. Altro personaggio completamente inutile purtroppo molto ben pagato con i quattrini delle ns tasse.
Quando una legge che vale per gli italiani non piace a chi non lo è, vogliono che sia cambiata a loro favore. I molti si devono inchinare alle libidini dei pochi?
La stupidita’ di questa persona e’ proverbiale.A Roma si direbbe o ce fa’ o ce è