Immigrati, il sindaco di Rieti: «Chi non vuole integrarsi venga rispedito a casa»
A Rieti, la situazione dei migranti è giunta al livello di guardia. I problemi di integrazione sono all’ordine del giorno e i cittadini sono allo stremo. «Ho telefonato al prefetto per chiedere interventi urgenti e per procedere con lo sgombero di alcuni appartamenti chiaramente segnalati per essere focolai di fastidio per tutti i condomini. Chi vuole stare qui e rendersi utile a questa comunità si integri, chi non ritiene di assumere le abitudini degli italiani, dare fastidio, molestare, deve essere impacchettato e rispedito a casa sua». Sono le parole pronunciate dal sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, eletto a giugno, nel corso del suo consueto intervento sull’emittente televisiva locale Rtr in merito al recente episodio di una rissa tra immigrati su un autobus. Risse e controversie che si accompagnano al problema ancor più grave dell’abitabilità e delle regole. Cicchetti da tempo tenta di arginare le situazioni più spinose, ma ora non ne può più. «Il fenomeno di alcuni appartamenti affittati per quattro persone e diventati nel tempo luogo di ospitalità per venti persone – ha aggiunto Cicchetti – deve finire. Oppure questi luoghi di accoglienza devono essere portati in casolari distanti dalla convivenza civile che noi italiani riteniamo non possa essere turbata».
«La gente ha il diritto di vivere serena»
Dichiarazioni coraggiose. Di questo si discuterà nella prossima riunione del comitato per l’ordine pubblico, apprendiamo dal Messaggero. «Noi vogliamo vivere tranquilli e sereni con chi ritiene di fare altrettanto». Il sindaco di Rieti ha poi aggiunto di aver segnalato al prefetto di Rieti «che prima o poi la gente si attrezzerà per difendersi». «Polizia e Carabinieri – ha concluso Cicchetti – sono sostanzialmente impotenti, non per cattiva volontà, ma perché chi viene preso torna in libertà il giorno dopo. Il carcere di Rieti è una specie di albergo. E’ colpa del Parlamento».
Quando e’ che ci si rendera’ conto che per questi clandestini l”integrazione e’ una parola che non esiste ?