Ilva e Alitalia, il governo ha fretta di chiudere prima del 4 marzo. Ma fallirà
Il governo vuole chiudere le partite di Ilva e Alitalia prima delle elezioni, ma difficilmente ci riuscirà. Lo ha ammesso lo stesso ministro Calenda: “Quella di Alitalia è una crisi molto simbolica, perché gli italiani sono affezionati a quella che era la compagnia di bandiera. Ma il mio impegno è quello di salvaguardare i soldi dei cittadini, che finora ci hanno messo 8 miliardi. Ci sono compratori che hanno fatto delle offerte e il mio impegno è di chiudere prima delle elezioni” del prossimo 4 marzo. Calenda ha ammesso che alcuni degli interlocutori interessati “aspettano le elezioni per vedere cosa succederà”.”Ma ci sta – ha aggiunto – che il compratore voglia avere un quadro politico chiaro. Io voglio fare un accordo ma secondo me è importante chiudere questa partita una volta e per sempre”. Per quanto riguarda Ilva, i ministri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, della Salute e della Coesione territoriale fanno sapere di avere comunicato alla regione Puglia e al comune di Taranto “la loro disponibilità a firmare un Accordo di programma con i contenuti del Protocollo d’intesa proposto dal governo lo scorso 3 gennaio, ma con alcune integrazioni sugli aspetti sanitari”. Invece, si sottolinea nella nota del governo, “la proposta di Accordo di Programma formulata da Regione e Comune non può essere condivisa così come trasmessa per motivi di merito e di diritto”. Questo schema – si ricorda – prevede infatti modifiche e integrazioni sostanziali del DPCM ambientale approvato dal Governo il 29 settembre 2017. “La sua accettazione – segnalano – presupporrebbe dunque la necessità di una completa rielaborazione del piano industriale, del piano ambientale e della stessa offerta del soggetto aggiudicatario con conseguente azzeramento del lavoro fin qui fatto, significativo allungamento dei tempi (anche per l’avvio delle misure di ambientalizzazione quali la copertura dei parchi minerari), l’annullamento degli esiti della gara svolta e il probabile avvio di contenziosi legali con l’acquirente”. In un documento trasmesso dai ministeri vengono motivati i motivi di impercorribilità giuridica e sostanziale della proposta nei termini formulati ma, allo stesso tempo si presenta “un pacchetto di nuove proposte che attengono alla tutela sanitaria della popolazione”. E’ prevista infatti la costituzione di un Tavolo tecnico coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, al fine di approfondire le attività di sorveglianza epidemiologica e di monitoraggio ambientale a tutela della salute della popolazione interessata, ma anche l’adozione, d’intesa con le autorità preposte, di un Piano di attività di sorveglianza epidemiologica e di monitoraggio ambientale a favore della popolazione interessata. E’ sempre il ministro Calenda che interviene sulla vicenda: su Ilva “abbiamo finalmente un investitore che tra prezzo e investimenti investe 5,3 miliardi di euro” ma anche “una situazione un po’ surreale perché in qualunque altro Paese del mondo un investitore che si presenta per ricondizionare una fabbrica esistente investendo solo sull’ambiente 1,2 miliardi verrebbe accolto con i tappeti rossi. Invece noi abbiamo un po’ di resistenze dagli enti locali, non ho ben capito qual è la ragione”.
Non ha ben capito la ragione, Mr. Calenda? La risposta giusta la posso dare io visto che lei non puo’ farlo altrimenti la licenziano: Tangenti non pervenute. O non sufficenti.
Per me non la vendono più, i conti sono in attivo e cercheranno di far rimanere la compagnia in mano italiane.