Di Pietro e Cicchitto, da eterni nemici ad alleati nel nome della poltrona
Nemmeno la fervida fantasia di Jules Verne avrebbe potuto immaginare di vedere accomunati un giorno sotto lo stesso, «petaloso», simbolo di partito Antonio Di Pietro e Fabrizio Cicchitto, cioè il giustiziere togato del socialismo craxiano e colui che ne è stato il più irriducibile vindice. Vent’anni di contrapposta trincea: prima la procura di Milano contro il partito di Via del Corso, poi in Parlamento, dove Di Pietro, approdato dalla “rossa” blindatura del Mugello, trova Cicchitto, già maggiorente berlusconiano. Tra i due nemici mai un riconoscimento, una resa degli onori, un attestato di dura ma leale battaglia. Mai. Piuttosto un risentimento costante, alimentato e accresciuto dai sempre più frequenti sconfinamenti dell’ordine giudiziario nell’attività politica. Per Di Pietro, che ne era il campione, le inchieste dei pm erano solo la continuazione della politica con altri mezzi. Al contrario, per Cicchitto, che di tale concezione portava le stimmate, compito della politica era proprio quello di ricacciare le procure oltre la linea dell’ingerenza. Entrambi traevano dal rapporto incestuoso tra toghe e Palazzo la propria linfa vitale: Di Pietro per avvalersene, Cicchitto per castigarlo. Più e meglio di altri sono stati loro ad incorporare lo schema intorno a cui ha ruotato la Seconda Repubblica. E se ora gli antichi duellanti si ritrovano sotto lo stesso tetto politico, è segno che quella fase è definitivamente archiviata. O, più prosaicamente, che entrambi hanno convenuto che meglio di una battaglia vinta c’è solo una poltrona comoda.
Cicchitto, Alfano, Lorenzin, Lupi , poverini, fulminati sulla strada di Damasco sono costretti ad una impietosa e umiliante diaspora per conservare la poltrona. La vendetta di Berlusconi miracolosamente resuscitato si e’ compiuta.
Tentano, ma non è detto che arrivino alla poltrona. Gli elettori, spesso, mostrano più buon senso dei candidati
Sono entrambi due spudorati. Ciò che più mi indigna che ci saranno degli italianetti che li voteranno
Da non credere. Ricordo che Cicchitto aveva anche scritto un libro in merito all’uso politico della magistratura. Come direbbe la nonna: “Il mondo si è capovolto”
Siccome fanno schifo tutti e due, diamoci da fare anche con i nostri amici e conoscenti per farli trombare.
Che tristezza, un funambolo x 1 poltrona, che squallore
È la politica italiana arrembante volta gabbana.
e’ proprio vero, se le elezioni servissero a cambiare le cose non ce le farebbero fare,
La comoda poltrona e sempre stato l’obiettivo finale di tutti i politici.Loro non fanno certo eccezione alla regola.Sanno adattarsi abbastanza bene,tanto sanno che a pagare resta sempre e comunque il popolo che non può dire la sua
è un mio parere personale secondo me L’onorevole Cicchitto è solo un imbonitore di piazza alza le vele solo al vento favorevole pertanto non è affidabile ho avuto modo di ascoltarlo il suo pensiero è mutevole
che schifo, sopratutto il molisano, l’altro no comment
di pietro di nuovo in politica….braccia rubate al trattore e all`agricoltura..
Che schifo!! Provo solo disgusto per i soliti poltronai povera Italia poveri noi!!
L’evoluzione del tempo fa dimenticare gli antichi rancori
dopo si lamentano che i giovani non vanno più a votare, fanno shifo i poltronisti
Non c’è limite alla ipocrisia !!!
Squallido squallore ! Quando trattasi di conquistare “la poltrona” per la maggior parte dei politicanti ogni
compromesso è lecito. A mio avviso la responsabilità è degli elettori che continuano a farli “galleggiare”!!!!!!!!
Ma un interesse in comune ce l’hanno e come ! …..e si vede !