Calabria, ancora un incendio nella tendopoli di migranti: 1 morto e 2 feriti
Un morto, due feriti, disastro e disperazione e, ancora, sconcerto e rabbia: è successo ancora che un rogo abbia colto nel sonno la popolazione di immigrati che abita la tendopoli di San Ferdinando (Reggio Calabria), il campo composto da baracche in legno e cellophane che ospita diverse centinaia di migranti e che, come drammaticamente noto, è già andato a fuoco più volte, anche recentemente. Sul rogo sta cercando di fare il punto la prefettura di Reggio Calabria dove, proprio sull’incendio della scorsa notte, questa mattina si è svolta anche una conferenza stampa.
Incendio nella baracoppoli del Reggino
Un punto analizzato dagli unici dati certi al momento: una persona è morta ed altre due sono rimaste ferite nell’incendio che si è sviluppato questa notte nella tendopoli di San Ferdinando, nel reggino, dove centinaia di migranti vivono stipati in baracche di legno più volte andate a fuoco. Identificata da poco la vittima – una donna sulla trentina – il cui corpo è stato trovato completamente carbonizzato, mentre i due feriti, soccorsi e ricoverati all’ospedale di Polistena, non sarebbero in gravi condizioni. Sul posto sono alacremente al lavoro carabinieri, polizia e vigili del fuoco. Dai primi accertamenti, si ipotizza che le fiamme possano essere partite in maniera accidentale arrivando però a distruggere circa duecento tra tende e baracche, alimentandosi velocemente dati i materiali infiammabili presenti nel campo. Non solo: in base a quanto fin qui ricostruito dagli inquirenti al lavoro sul caso, le fiamme potrebbero essere partite da un falò acceso dai migranti per riscaldarsi: sembra infatti che il rogo abbia avuto origine in una zona centrale della baraccopoli, e poi si è velocemente esteso al resto della struttura. Oltre 200 le casette di fortuna andate a fuoco nel rogo rapidamente propagatosi e che ha distrutto gran parte della baraccopoli: quel che resta dopo le fiamme, infine, è stato sgomberato e, a quanto annunciato dalla prefettura, i braccianti verranno temporaneamente alloggiati in una tensostruttura che sarà allestita nelle vicinanze.
se restassero al calduccio in Africa non correrebbero questi rischi ma comunque la colpa è nostra perché non si dovrebbe lasciarli entrare, diritto di asilo solo a chi viene da Paesi in guerra..
Ovviamente é colpa di Mussolini e non degli sbarchi i controllati favoriti dal pd