«A cosa ti servono i genitali?»: paziente gay umiliato dal medico

12 Gen 2018 9:21 - di Redazione

Un caso sconcertante di “bullismo” da parte di un medico verso un paziente gay si sarebbe verificato all’ospedale Cotugno di Napoli . Il medico avrebbe prima “ironizzato in maniera volgare sulla funzionalità e l’utilità dei suoi organi genitali”, poi “definendo in maniera irritata l’omosessualità come una patologia”. È scattata subito la denuncia di Arcigay Napoli, associazione alla quale il paziente è tesserato. Giuseppe Matarazzo, direttore generale dell’Azienda ospedaliera dei Colli, alla quale fanno capo gli ospedali Monaldi, Cotugno e Cto, fa sapere di aver «avviato un‘indagine interna per verificare il fatto denunciato e per prevenire ogni eventuale ed ulteriore episodio discriminante», promettendo di prendere «eventuali provvedimenti del caso una volta accertati i fatti».

Il paziente gay: «Mi ha dato del malato»

Arcigay Napoli, nella sua ricostruzione dei fatti, racconta che il paziente si è recato in ospedale «per sottoporsi a una visita di controllo successiva ad un intervento chirurgico a cui era stato sottoposto». In ospedale sarebbe “stato prima preso in giro dal chirurgo, che ironizzava in maniera volgare sulla funzionalità e l’utilità dei suoi organi genitali, e poi non è riuscito ad ottenere dallo stesso risposte chiare a domande specifiche circa le inferenze tra decorso post-operatorio e la possibilità di svolgere una normale vita sessuale: il medico infatti ha reagito stizzito ai quesiti, definendo in maniera irritata l’omosessualità come una “patologia”, fino a strappare l’impegnativa per ulteriori accertamenti». Secondo Arcigay Napoli «la gravità del comportamento del chirurgo da un punto di vista deontologico è ancora più esecrabile se si considera che proprio l’azienda sanitaria Cotugno storicamente collabora con Arcigay Napoli per  la lotta all’Aids e alle malattie a trasmissione sessuale».

La ricostruzione

In ospedale l’omosessuale 37enne era stato operato due volte: la prima volta a settembre, per un ascesso, e poi a dicembre per una fistola perianale. Ed è proprio durante l’ultima visita di controlloche è successo tutto. «Il dottore – racconta – mi aveva detto che stavo guarendo che stava andando tutto bene. Io gli ho parlato di un altro problema che avevo riscontrato, un lipoma sotto la natica destra, proprio nella zona dove sono stato operato. Ho fatto presente che il lipoma era collegato ai testicoli e lui a questo punto ha commentato vabbè ma tanto a te che ti servono, se anche ne perdi uno non ti serve».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • pietro meucci 12 Gennaio 2018

    Mi sembra che il medico abbia commentato in maniera estremamente logica; inoltre, se la fistola perianale impedisce a questo frocio di prenderlo nel c…. , non è mica colpa del medico.