Vegas: la Boschi volle incontrarmi, era preoccupata per Banca Etruria
Ha sempre negato, con tutte le sue forze, di essersi occupata della situazione di Banca Etruria. Ma ora Maria Elena Boschi, la figliola “istituzionale” e in conflitto di interessi di papà Pier Luigi, già vicepresidente di Etruria, viene clamorosamente smentita dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas. Che, chiamato in audizione in Commissione parlamentare Banche, rivela la richiesta – gravissima – da parte della Boschi di un incontro: «chiese di vedermi e venne a Milano». E l’incontro fra l’allora ministro per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, e Vegas, che era, appunto, il presidente della Consob, ci fu. E non fu neanche l’unico momento in cui i due parlarono della situazione di Banca Etruria.
Ma cosa disse Maria Elena al presidente della Consob? E a che titolo? «Espresse preoccupazione, perché a suo avviso – rivela Vegas agli sconcertati membri della Commissione d’inchiesta parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario – l’aggregazione con la Popolare di Vicenza avrebbe provocato problemi» alle aziende che operano sul mercato dell’oro ad Arezzo. Insomma la prese alla larga e parecchio la figliola di Pier Luigi.
Vegas, a quanto dice ora durante l’audizione il presidente, in scadenza, dell’organo di controllo del mercato finanziario italiano, cercò di perimetrare e contenere il maldestro tentativo della ministra Pd di mettere il becco dove non doveva: «Io – spiega ai commissari – non potevo dire nulla. Consob non può intervenire sull’aggregazione delle banche. Lei mi ha illustrato la situazione, io le ho detto che non potevano fare nulla. Fu un incontro generico». Insomma la Boschi sarebbe stata rimbalzata. Ma non servì a molto. Perché, poco dopo, lei tornò alla carica. Ci fu anche un secondo incontro. E, in quel caso, Maria Elena parlò del papà: «il ministro Boschi mi rese solamente noto che il padre sarebbe diventato vicepresidente della banca».
Vediamo, ora, un po’ di date per collocare temporalmente con più precisione i due incontri. E capire se Maria Elena Boschi incontrò Vegas (e gli parlò del papà) come parlamentare del Pd (cosa possibile ma estremamente imbarazzante) o come ministra della Repubblica (cosa gravissima e inaccettabile).
Maria Elena Boschi diventa ministro il 22 febbraio 2014.
Il 4 maggio dello stesso anno, quindi poco più di due mesi più tardi, Pier Luigi Boschi, che è nel Cda di Etruria dal 2011, viene nominato vice presidente della Banca.
Quindi il secondo incontro fra la Boschi e Vegas avviene, presumibilmente, poco prima di maggio 2014.
Ma, poiché Vegas quando rivela il primo incontro con la figlia di Pier Luigi dice «ho avuto modo di parlare della questione con l’allora ministro Boschi», il primo incontro deve collocarsi, evidentemente, fra il 22 febbraio 2014, data della nomina della Boschi a ministro, e il maggio 2014. E il secondo incontro, appunto, prima del 4 maggio 2014, prima, cioè, della nomina del padre a vicepresidente di Banca Etruria.
In entrambi i casi, quindi, sia quando parlò a Vegas della sua preoccupazione dell’aggregazione fra Banca Etruria e Banca Popolare di Vicenza, sia quando gli anticipò della nomina del padre a vicepresidente di Etruria, la Boschi parlò a Vegas da ministro. Il che è, obiettivamente, gravissimo. A che titolo il ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento con delega al programma di governo, pari opportunità e adozioni internazionali bussava alla porta di Vegas e rappresentava al presidente Consob le sue preoccupazioni su Banca Etruria e il ruolo del padre nell’Istituto di credito? Chi la autorizzava a un incontro istituzionale del genere? E, soprattutto, Renzi era informato di questi due incontri? Li aveva autorizzati lui? E chi altro ne era al corrente? E ancora: a quale altra porta andò a bussare la ministra Boschi per perorare la causa di Etruria?
Chiamato ad essere più preciso sule date degli incontri, Vegas dettaglia: «L’ho vista la prima volta a Milano (quando Boschi espresse preoccupazione per l’integrazione con Bpvi, ndr), e doveva essere ad aprile 2014», poi «una o due volte al ministero e una volta a cena a casa mia, ma c’era anche altra gente».
Il Pd cerca di parare come può la catastrofe mentre in Commissione banche cerca di salvare il salvabile.
Il deputato Pd Franco Vazio incalza ripetutamente Vegas sollecitandolo a dire se avesse chiesto a Boschi di incontrarsi in un luogo che non fosse la Consob. «La prima volta sicuramente lo ha chiesto lei, e forse una volta l’ho chiesto io – replica il presidente Consob – «a memoria mi ricordo o due o tre incontri person to person». Non è esattamente quello che sperava di sentirsi dire né il Pd né Vazio. Che torna alla carica ponendo, nuovamente, la domanda.
«Una volta sono andato al ministero – replica nuovamente Vegas – Quando venne a Milano ci siamo incontrati all’ora di pranzo in un ristorante e poi alla Consob». E poi aggiunge: «una volta venne a cena a casa mia ma c’era altra gente».
Disgraziatamente è proprio ciò che non vuole sentire Vazio. Che torna a farsi sotto nella speranza, vana, di trovare una breccia nel muro. Ma, riformula il dem Vazio, «ha mai chiesto a Boschi di incontrarsi in altri luoghi diversi dalla Consob?».
«Sì nel senso che una volta ho chiesto un incontro che è avvenuto al ministero. Essendo un ministro era logico che andando a Roma io andavo al ministero», risponde Vegas irritando il Pd Vazio. L’auletta della Commissione parlamentare Banche sembra un ring. Il Pd non ci sta a farsi mettere così all’angolo. E Vazio, come un pugile suonato, cerca l’ultimo colpo: «lei ha mai chiesto a Boschi un incontro ma non in Consob»? «Non ricordo» di aver usato questa formula, ribadisce nuovamente Vegas.
E’ la quarta volta che Maria Elena Boschi viene smentita rispetto alle sue assicurazioni di non essersi occupata della banca di papà, la Etruria.
La prima volta è toccato all’ex-direttore del Corriere della Sera smentire la dichiarazione di “verginità” della Boschi. Nel suo libro “Poteri Forti” pubblicato a primavera, De Bortoli ha rivelato che la Boschi chiese nel gennaio 2015 all’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, di acquistare Banca Etruria. La Boschi ha smentito ma De Bortoli l’ha sfidata pubblicamente. Lei ha annunciato querele ma non l’ha mai presentate. E ha invece preferito, solo recentemente, chiedere i danni civili piuttosto che trovarsi a discutere della vicenda di fronte a un magistrato penale.
Si vedrà nei prossimi mesi come andrà a finire.
Quasi tutte le forze politiche hanno chiesto di convocare l’amministrare di Unicredit Ghizzoni in audizione in Commissione parlamentare banche. Sono quasi tutti d’accordo. C’è solo un partito che sta facendo il diavolo a quattro per rinviare quanto più possibile questa scomoda audizione che chiarirebbe, una volta per tutte, se Maria Elena Boschi ha incontrato o no Ghizzoni sulla questione Etruria: è il Pd di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, appunto.
Il Fatto Quotidiano la pizzicò, poi, l’11 maggio scorso rivelando, in maniera dettagliatissima, che c’era stato un altro incontro al vertice nel 2015, sulla bollente questione della Banca Etruria, presente, appunto, la prezzemolina Maria Elena. In questo caos l’incontro, ha rivelato con profusione di particolari il giornalista Giorgio Meletti sul Fatto, si svolse a Laterina, nella casa della famiglia Boschi dove papà Boschi, convoca, per parlare alla ministra dei problemi delle rispettive banche, il presidente di Etruria Giuseppe Fornasari, il presidente di Veneto Banca, Flavio Trinca e l’amministratore delegato, Consoli. La Boschi non ha mai smentito né l’incontro né la ricostruzione del Fatto Quotidiano. Ma continua a sostenere di non essersi occupata della banca.
Senonché un’intercettazione la smentisce clamorosamente e di nuovo, per la terza volta. Il 3 febbraio 2015 gli investigatori intercettano il Direttore Generale di Veneto Banca, Vincenzo Consoli mentre parla al telefono con papà Boschi, all’epoca vice di Etruria. «Domani in serata – dice Pier Luigi Boschi – se ne parla, io ne parlo con mia figlia, col presidente domani e ci si sente in serata». Il presidente, naturalmente, è Matteo Renzi. In una telefonata precedente, Consoli , sempre senza immaginare di essere intercettato, aveva cercato la sponda del capo della sede di Firenze di Bankitalia, Vincenzo Umbrella: «Io chiamo Pier Luigi e vedo se mi fa, mi fissa un incontro, anziché con la figlia, direttamente col premier».
La quarta smentita di Maria Elena Boschi arriva, infine, oggi, con le rivelazioni imbarazzanti di Vegas.
«Pretendiamo le dimissioni del sottosegretario Maria Elena Boschi – reagisce sul suo profilo Facebook, Giorgia Meloni – perché ha mentito al Parlamento e agli italiani dichiarando più volte di non essersi mai interessata a Banca Etruria». Una «menzogna – scrive la Meloni – svelata dal presidente della Consob in Commissione banche. D’altronde è il segreto di pulcinella che il Pd e i banchieri sono un tutt’uno indissolubile. Anche il resto del governo, asservito alle banche, dovrebbe dimettersi. Purtroppo non lo faranno, ma tra pochi mesi ci penseranno gli italiani».
Richieste di dimissioni arrivano da quasi tutti i gruppi politici. «L’audizione del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, non lascia dubbi – dice Roberto Calderoli, responsabile Organizzazione della Lega – l’allora ministro Boschi ha mentito al Parlamento, perché si è occupata attivamente della vicenda di Banca Etruria nella sua qualità di membro del governo. Ora la Boschi abbia un briciolo di dignità e si dimetta da ogni incarico e non si ricandidi alle prossime elezioni».
«Il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Vegas non può essere ignorato – avverte l’ex-Pd Roberto Speranza – Quando un membro del governo mente al Parlamento non c’è altra strada che le dimissioni».
«La Boschi? E’ il Mario Chiesa della Seconda Repubblica – rincara la dose feroce il candidato premier M5S Luigi Di Maio – Noi chiediamo due cose: Maria Elena Boschi se ne deve andare subito da sottosegretario della Presidenza del Consiglio anche se siamo a fine legislatura perché il governo resterà per gli affari correnti, e che il Pd non ricandidi Boschi perché altrimenti tutto il partito sarebbe coinvolto nello scandalo banche».
Lei, Maria Elena, parla, sul suo profilo Facebook, di «attacchi dalle opposizioni»: «dopo due anni di strumentalizzazione adesso basta. Ho chiesto a Lilli Gruber di ospitarmi stasera a Otto e Mezzo insieme a Marco Travaglio». Un match imperdibile.