Musumeci, ricorso alla Consulta per salvare l’elezione diretta delle Province

4 Dic 2017 17:10 - di Alberto Cardillo

Nello Musumeci lo aveva promesso in campagna elettorale, e così è stato: la Regione siciliana farà ricorso contro l’impugnativa del governo nazionale sulla riforma delle province che ha reintrodotto l’elezione diretta dei presidenti e dei consigli provinciali. È questo il primo atto del governo Musumeci, figlio di una seduta fiume durata fino a tarda serata. «Innanzi alla Corte costituzionale -scrive Musumeci in una nota- a seguito dell’impugnazione della legge che ha reintrodotto l’elezione diretta dei vertici delle ex Province e, quindi, per tutelare la potestà statutaria della Sicilia in materia di ordinamento degli enti locali e difendere il diritto dei cittadini ad eleggere i propri rappresentanti, anche a seguito del voto popolare sul referendum costituzionale dello scorso dicembre, nel solco dei principi di democrazia diretta fatti propri dall’Unione europea».

Viene ridato vigore, dunque, ad una battaglia storica della destra, e che l’intero centrodestra aveva portato avanti nella scorsa legislatura a suon di veementi interventi in Aula ed emendamenti, quando il governo Crocetta aveva abolito le province. Una legge confusionaria poi sostituita con la nuova legge approvata ad agosto sempre dall’Ars che aveva, con il contributo fondamentale delle opposizioni, riaffermato il principio dell’elezione diretta. Ed è proprio contro questa formula, per ritornare all’elezione di secondo grado, che il Consiglio dei ministri lo scorso ottobre ha impugnato la norma regionale.

La nuova giunta Musumeci adesso proverà a riaffermare e difendere il contenuto dell’articolo 14 dello Statuto siciliano, il quale sancisce poteri primari della Regione in materia di enti locali, con la conseguente la possibilità di eleggere i sindaci metropolitani tramite elezione diretta, a differenza delle altre regioni italiane. A tal riguardo non va dimenticato che la settimana scorsa il Tar ha accolto il ricorso dei sindaci metropolitani di Palermo e Catania, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco, i quali avevano promosso opposizione al commissariamento dei due enti, come conseguenza della nuova legge in materia.

I cinque anni di crocettismo, in questa materia così come in tante altre, hanno lasciato solo macerie e confusione, a Musumeci e alla sua squadra l’onere di sciogliere la matassa e trovare un punto di quadra per una istituzione importante qual è quella provinciale, ente intermedio tra le realtà comunali e le Istituzioni superiori.

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