Renzi ammette: i miei consensi sono in calo. Ma la Boschi non si tocca

18 Dic 2017 11:01 - di Stefania Campitelli

«È vero, il mio consenso è in calo». Matteo Renzi si arrende all’evidenza. «Ho letto il dato di Pagnoncelli. L’elemento preoccupante – dice l’ex premier al Corriere in un colloquio con Teresa Meli – non è l’ultima settimana ma il trend. Da maggio a oggi il Pd ha perso quasi sette punti». Nelle ultime settimane non c’è sondaggio che non fotografi la crisi nera del Partito democratico, messo a dura prova dalla nascita del partito di D’Alema guidato da Piero Grasso e dalla batosta di immagine per il caso Etruria tornato sotto i riflettori.

Renzi: siamo in calo di consensi ma…

«Stiamo pagando il fatto che gli altri sono in campagna elettorale mentre noi dobbiamo sostenere la responsabilità del governo e passiamo il tempo a litigare all’interno – prova a giustificare il crollo – era ovvio che per il Pd fosse meglio votare a giugno o al massimo a settembre. Chi allora sosteneva questa tesi è stato accusato di irresponsabilità, ma non votando si è fatto un clamoroso assist a Berlusconi e Grillo. Adesso però è inutile piangere sul latte versato. Quando inizierà la campagna elettorale, finiranno le polemiche interne e il Pd potrà riprendere a parlare al Paese». Poi annuncia con un entusiasmo immotivato che scatenerà «una campagna elettorale a tappeto per farcela» per contendere il primo posto ai Cinquestelle. Il brand Renzi non funziona più? « È evidente che il mio consenso personale non è più quello del 2014. Ma non farei a cambio: meglio aver perso qualche punto io che qualche posto di lavoro l’Italia. Il miracolo di questi anni è stato reso possibile dal Pd». Gentiloni non si discute come Minniti, Delrio e Franceschini: ministri e big saranno tutti schierati nei collegi. Intoccabile anche lady Etruria, Maria Elena Boschi. Per lei è prenotato il collegio di Arezzo, malgrado i malumori del partito, l’ex rottamatore va avanti con la difesa a oltranza della sua preferita. Quanto alla Commissione banche dice di non essersi pentito: «Lo rifarei domattina. Dobbiamo dividere i risultati del lavoro della Commissione dalla mistificazione che ne viene fatta da una parte delle opposizioni e da alcuni media». Insomma la Boschi – sentenzi Renzi – è vittima di attacchi demagogici ed è diventata un capro espiatorio. «La mia opinione è che si debba candidare, senza alcuna incertezza. I colpevoli li giudicano i giudici, i politici gli elettori».

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