Razzi da Roma con furore, in missione per la pace nel mondo: pronto a volare da Maduro

17 Dic 2017 12:47 - di Giulia Melodia

Ormai per lui dare del tu ai “cattivi” del mondo è un’imprescindibile missione diplomatica e spettacolare: laddove per “lui” s’intende l’inimitabile senatore Antonio Razzi – 71 anni il prossimo febbraio – e per gli orchi disseminati sullo scenario internazionale dittatori comunisti e capi di Stato dal pugno di ferro. Il tour del mitico esponente forzista prosegue allora, per la gioia di sostenitori e detrattori, commentatori e polemisti, e dopo le tappe siriane e nordcoreane, il prossimo viaggio di “pace” potrebbe portare Razzi nel Venezuela di Maduro. Perché no?

Antonio Razzi pronto a volare da Maduro

Nel mondo della pace “fredda”, accanto a diplomazie, Ong, volontari, chiese e missionari, Razzi si appresta a salutare il Palazzo dove ha spiazzato tutti andando a dare del tu ai “malvagi” della Terra: il senatore, come tutti, in modalità “fine legislatura” medita sui suoi trascorsi di operaio tessile di Giuliano Teatino, sul suo presente di eletto nella circoscrizione Europa, e, ovviamente, sul suo futuro. «Se mi ricandido? Deciderà Lui…», laddove il riferimento a lui, stavolta, deve essere tradotto con Silvio Berlusconi. «Io gli ho dato la mia disponibilità, ma sta al Presidente valutare». Lui (Razzi), comunque nel frattempo ci scherza su (ma fino a che punto?): «Male che vada farò l’ambasciatore auto-didatta della pace nel mondo». Una sfida che si allarga anche al Sudamerica, dopo l’Asia e il Medioriente. «Ho chiesto di essere ricevuto dal presidente venezuelano Nicolas Maduro». Eccone un altro, verrebbe da dire, ma il senatore abruzzese non si scompone: «Ma possiamo lasciare soli 130.000 italiani residenti? Io penso che sia giusto muoversi. Sono in contatto con le autorità e, insomma…». Insomma? «Beh, sì, questa missione s’ha da fare e penso che ci siano buone possibilità per l’anno prossimo». E non dice di più, non scioglie completamente la prognosi diplomatica, ma fa capire che un altro tassello del suo personale mosaico para-diplomatico potrebbe andare a posto. E colpire nel segno.

Razzi, in missione per la pace nel mondo…

E se al dittatore nordcoreano non le ha certo mandate a dire, («Non si lanciano missili con il Papa in arrivo al Sud» avrebbe esortato il senatore in trasferta col cuore in mano), sentenziando sicuro che «quelli non la vogliono la guerra… Kim, fosse per lui, farebbe pure una federazione con la Corea del sud», magari alle condizioni sue…», di una cosa è certo Razzi, e la ribadisce a ogni viaggio internazionale: «A volte la pace si costruisce più che con i trattati, con una battuta che sdrammatizza: diciamo, e gliel’ho detto, che ha voluto festeggiare l’arrivo del Pontefice con… i fuochi d’artificio. In realtà, in Corea del Nord, forse non tutti lo sanno, ci son ben due chiese cattoliche»… Razzi non demorde, insomma. Dalla Siria di Assad, alla Nordcorea di Kim, fino al Venezuela di Maduro, nulla sembra scalfire il suo ottimismo. «Lo faccio perché sento questa vocazione, è un mandato che ho nel cuore. E in molti l’hanno capito. Oddio, da palazzo Chigi o dalla Farnesina nessuno risponde alle relazioni che mando al ritorno da ogni viaggio. Però, oltre al Presidente Berlusconi, Pier Ferdinando Casini, persino Giorgio Napolitano mi parla»… Bilancio di fine anno senatoriale più che soddisfacente, insomma, anche per Razzi che sogna un ruolo di mediatore informale tra i Grandi della terra. In uno scacchiere mondiale completamente impazzito, lui non dispera di fare il colpo grosso e salvare il mondo. E magari, perché no?, anche il suo ruolo di missionario per la pace nel mondo.

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