Pilota siriano legato a un albero e bruciato vivo: nuovo video dell’orrore Isis
Ancora orrore targato Isis. Ancora una brutale esecuzione propagandata con la diffusione dell’ennesimo video che ora spetterà agli esperti visionare e analizzare. I miliziani jihadisti hanno appena diffuso altre immagini terrificanti, a testimonianza della barbarie che guida strategie belliche e equilibri interni.
Pilota siriano bruciato vivo: nuovo video dell’orrore Isis
Un nuovo video in cui si assiste all’esecuzione di un presunto pilota siriano, forse un militare catturato oltre un anno fa, bruciato vivo, senza pietà. Secondo quando è stato fin qui possibile desumere dalle indicazioni contenute nel filmato, si tratterebbe del maggiore Azzam Eid che, come riferito dal sito dell’Ansa, nelle immagini si vede «incatenato ad un albero, con indosso una tuta rossa. Poi, lo si sente urlare di dolore, prima che il suo corpo venga carbonizzato». Non fornisce altri elementi il video dell’Isis: non si riesce a capire la data delle riprese, il giorno dell’esecuzione selvaggia, né il luogo dove la tortura mortale sarebbe stata inflitta. Peraltro alle immagine del pilota siriano bruciato vivo si aggiungono nel video altre sequenze di repertorio con scene di combattimenti di miliziani dello Stato islamico in Siria e in Iraq.
Potrebbe essere il pilota di un caccia siriano catturato 1 anno fa
Quello che è certo, allora, al momento, è che nell’aprile dello scorso anno l’Isis aveva diffuso un video in cui veniva abbattuto ad est di Damasco un caccia siriano al cui comando poteva presumibilmente esserci il pilota giustiziato nell’ultimo, inquietante contenuto multimediale diffuso dall’Isis. Peraltro, nel filmato si sostiene che il pilota era stato catturato vivo e, come sottolineato dal sito dell’Ansa, va anche detto che «da allora, del maggiore Eid non si è saputo più nulla». Ora questo nuovo messaggio affidato a immagini terribili che ricordano, e molto da vicino, un filmato diffuso a gennaio del 2015: quello in cui una telecamera riprendeva il pilota giordano Muath al-Kaseasbeh, dato in pasto alle fiamme da vivo in un gabbia al centro di Raqqa, poche settimane dopo che il suo jet F-16 era stato abbattuto nella stessa zona.