Pensionato ucciso, badante sotto torchio: stava per essere licenziato

6 Dic 2017 13:18 - di Redazione

Un badante crudele, come tanti solo che lui, a differenza di altri che si sono limitati a maltrattamenti e umiliazioni fisiche e psicologiche, potrebbe essere arrivato addirittura ad uccidere. E allora, è stato fermato nella notte dai carabinieri della compagnia di San Donato Milanese (Milano) un badante 34enne, di origine salvadoregna, che – le indagini sono in corso per appurarlo definitivamente o smentirlo del tutto – potrebbe essere l’assassino di un anziano trovato morto lo scorso 26 novembre nella sua casa a San Giuliano Milanese.

Pensionato ucciso, fermato il badante dell’Ecuador

Da quanto trapela dalle indagini, allora, nei confronti dell’uomo “sono stati acquisiti gravi elementi di responsabilità” per l’omicidio di Antonio Izzo, 71 anni che il badante di origine salvadoregna era incaricato di assistere e accudire . L’anziano, un agiato pensionato che viveva da solo, era stato trovato ucciso nel primo pomeriggio da un ragazzo che avrebbe iniziato a lavorare come badante dal giorno successivo, in sostituzione del salvadoregno appunto. Il corpo senza vita dell’anziano era stato ritrovato nel letto e il nuovo incaricato dell’assistenza, di fronte a quel drammatico rinvenimento, aveva dato l’allarme. I primi rilievi avevano fatto pensare a una morte naturale, ma le successive analisi hanno chiarito che Izzo era stato ucciso, per la precisione, soffocato.

Il delitto scatenato dalla decisione dell’anziano di licenziare l’uomo

Per questo, a due settimane di distanza dai fatti, il badante a cui era stato affidato il pensionato è stato fermato dai carabinieri di San Giuliano come presunto responsabile dell’omicidio. L’uomo, un 34enne, è stato arrestato nella notte dai militari in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Lodi. Alla base dell’omicidio, secondo quando riportato da Milano Today, “ci sarebbe la decisione della vittima di licenziare l’uomo. A quel punto, il trentaquattrenne lo avrebbe ammazzato e sarebbe andato via. Quando i militari lo hanno fermato, il killer era pronto a lasciare l’Italia per tornare nel suo Paese”.

 

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