New York s’inchina ad Antonioni: al via una grande retrospettiva
Michelangelo Antonioni è stato il maestro dell’incomunicabilità tra i sessi, il più sofisticato e elitario genio in prestito alla macchina da presa, un artigiano capace di declinare il linguaggio popolare alla ben più articolata sintassi artistica e, non certo per ultimo, è stato il pigmalione di Monica Vitti, il silente cantore del talento e l’estimatore discreto della bellezza e della bravura cinematografica della sua indiscussa musa. Ma, soprattutto, è stato il regista della trilogia dell’Avventura, il drammatico autore di Gente del Po e del più romanzesco La signora senza Camelie, un maestro capace di coniugare racconto introspettivo a affresco di un’epoca, spirito documentaristico e cronaca cinefila.
New York dedica una grande retrospettiva a Antonioni
Per questo, non sorprende che, nel decennale della sua scomparsa, e alla fine di un anno che ha visto le celebrazioni di grandi Festival e città nel mondo, anche New York si inchini a Michelangelo Antonioni: al Maestro, alla sua influenza continua, al padre del moderno nel cinema. E lo fa nel luogo che più ideale non si potrebbe: il Museo d’Arte Moderna di New York, il MoMA, che accoglie e organizza, insieme a Istituto Luce Cinecittà, la più completa retrospettiva cittadina da 10 anni a questa parte. “Michelangelo Antonioni Retrospective“, si terrà nei Roy e Niuta Titus Theaters del MoMA dal 7 dicembre al 7 gennaio 2018, e presenta in quasi 40 pellicole in 35 mm e digitalmente conservate, l’opera completa del Maestro, quasi 60 anni di arte dai primi corti documentari – a cominciare da quel Gente del Po del 1947 che oggi si vede e si legge come un piccolo testo principe del Neorealismo – fino a Eros e Lo sguardo di Michelangelo, i suoi estremi colpi d’immagine. Passando per tutti i capolavori: dall’esordio di Cronaca di un amore (per alcuni critici anglosassoni anche la nascita del moderno cinematografico), alla Trilogia dell’Incomunicabilità, ai capolavori internazionali come Blow-up, Zabriskie Point, Professione: reporter, fino alla prima visione newyorchese di un documentario ancora discusso e centrale come Chung Kuo, Cina (1972), per finire coi ritratti documentari che negli anni gli hanno dedicato Lino Micciché, Carlo Di Carlo, Enrica Fico, Gianni Massironi. Film di apertura di quella che si annuncia come la retrospettiva evento di questa stagione, sarà non a caso Il deserto rosso, in una nuova versione restaurata digitalmente in 4K da CSC – Cineteca Nazionale e Luce-Cinecittà, che sarà proiettato domani 7 dicembre, alla presenza di Enrica Fico Antonioni.
Un viaggio nel tempo e intorno all’arte del cineasta
La manifestazione, allora, rappresenterà allora anche una sorta di verifica, grazie alla prima retrospettiva nella Grande Mela da anni, della tenuta nel Tempo del cinema e dei film di Antonioni. Di come il tempo reagisce a un cinema che ha sempre lanciato delle sfide al presente e guardato sempre un po’ più in là. E che ha modificato il proprio tempo, facendocelo guardare – attraverso una composizione dell’immagine che non ha epigoni, ma semmai “continuatori di un viaggio” – per sempre in modo differente. E allora, dopo l’esordio mondiale al MoMA, la Retrospettiva Antonioni sarà impegnata in un tour nelle più importanti città e istituzioni Nordamericane nel 2018: sono già confermate l’American Cinematheque di Los Angeles, il Castro Theatre di San Francisco, il Festival di Toronto, SIFF Seattle, la National Gallery of Art di Washington, il Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive. La Retrospettiva Michelangelo Antonioni è organizzata da Joshua Siegel, Curatore del Dipartimento Film del MoMA, e da Camilla Cormanni e Paola Ruggiero di Luce-Cinecittà.