Mosca: non c’è nessuna ragione per cui Assad non possa ricandidarsi
La Russia non vede alcuna ragione per cui Bashar Assad “non potrà o non dovrà ricandidarsi alle prossime elezioni presidenziali”, ha affermato l’inviato di Mosca per la Siria, Aleksandr Lavrentev, in una intervista a Bloomberg News. “Spetta solo a lui decidere”, ha aggiunto invitando i Paesi occidentali a evitare di condizionare “stanziamenti (per la ricostruzione in Siria valutata dall’Fmi in 200 miliardi di dollari, ndr) all’arrivo al potere dell’opposizione o a che i loro interessi siano del tutto accomodati”. “Non ci sono solo Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, ma anche Russia, Cina, Iran, India e molti altri paesi”, ha affermato Lavrentiev ad Ankara, dove ieri ha accompagnato il presidente Vladimir Putin nel tour che lo ha portato anche in Siria e al Cairo. Intanto i servizi di sicurezza russi dell’Fsb temono l’arrivo in Russia di jihadisti di ritorno dalla Siria e dall’Iraq dopo la loro sconfitta in Medio Oriente. Sono 2.900 i jihadisti di nazionalità russa, in larga misura originari delle repubbliche del Caucaso, che hanno combattuto in Iraq e in Siria, a cui si aggiungono diverse migliaia di ‘foreign fighters’ originari dei paesi dell’Asia centrale, precisa l’Fsb ricordando che quest’anno sono già stati fermati in Russia 1.018 presunti terroristi, 78 sono stati eliminati e sventati 18 attentati. Ieri, sono stati fermati nella regione di Mosca tre presunti aderenti all’Is provenienti dai paesi dell’Asia centrale ai comandi di esponenti dell’Is all’estero e accusati di preparare attentati suicidi a Mosca durante le lunghe festività del Nuovo anno e per le presidenziali di marzo. Confiscati esplosivi rudimentali, armi e munizioni e smantellato un laboratorio per realizzare azioni terroristiche.