Matrimoni falsi per ottenere il permesso di soggiorno. Arrestati in 19

7 Dic 2017 12:05 - di Redazione

Contraevano matrimoni falsi per ottenere il permesso di soggiorno i Italia: il Comando Provinciale dei carabinieri di Foggia ha eseguito 19 arresti (8 colpiti da custodia in carcere e 11 agli arresti domiciliari), emessa dal gip del Tribunale del capoluogo per favoreggiamento dell’immigrazione illegale nel territorio dello Stato italiano, attraverso la produzione di documentazione e attestazioni false alle Autorità italiane, sia all’estero che in Italia. In sostanza venivano celebrati matrimoni falsi (pagati duemila euro) per consentire il permesso di soggiorno ai clandestini.

Permesso di soggiorno, falsi matrimoni

È stato neutralizzato così un gruppo attivo nella provincia. In carcere tre cittadini marocchini tutti residenti a Foggia, e undici italian residenti a Manfredonia; G.P. 46enne, G.S. 39enne. L’operazione è stata denominata Casablanca. Le indagini, durate circa sei mesi e condotte dalla Compagnia dei carabinieri di Manfredonia, con il coordinamento della Procura della Repubblica, sono partite nel settembre 2016 da una segnalazione dell’Ambasciata d’Italia in Marocco su presunte irregolarità riscontrate nella documentazione prodotta da una donna di Manfredonia per la registrazione di un matrimonio contratto in quel Paese con un giovane del posto.

Un giro di affari di 10mila euro

Nel corso delle indagini è emerso un sistema consolidato per introdurre, in modo apparentemente legale, cittadini marocchini, uomini e donne, in Italia. I tre indagati stranieri, considerati il perno dell’attività illecita, individuavano in Italia le persone disposte, mediante un compenso di circa 2.000 euro, a contrarre il matrimonio all’estero. Avuta la loro complicità, i nubendi venivano dotati di biglietto aereo e inviati in Marocco, dove, una volta sposati, producevano la documentazione presso l’Ambasciata d’Italia per il rilascio del visto d’ingresso del coniuge. Tornati in Italia erano poi obbligati a una breve convivenza con il consorte, per il tempo strettamente necessario al rilascio del permesso di soggiorno. Veniva poi attivata la pratica di separazione per poter sposarsi di nuovo. Gli stranieri introdotti sul suolo italiano, nel frattempo, facevano perdere le loro tracce. Enorme il giro di affari: per ogni matrimonio le cifre si aggiravano complessivamente tra i 7.000 ed i 10.000 euro.

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