Licenziamenti Ikea, sciopero a Roma: «Cacciano i lavoratori per futili motivi»

14 Dic 2017 14:38 - di Redazione

«Nelle ultime settimane ad Ikea si sta assistendo a una escalation di licenziamenti per futili motivi che non ha precedenti non solo in questa azienda, ma anche nella storia del nostro Paese. Di fronte a tali e tanti episodi che hanno visto licenziare i lavoratori non più “performanti” la Flaica scende in campo. Domani i lavoratori Ikea di Anagnina e Porta di Roma sciopereranno per Marica, Filippo, Francesca, Claudio e per tutti quei lavoratori che oggi si sentono garantiti ma che potrebbero per un nonnulla finire tra le persone a rischio di licenziamento». Lo annuncia il sindacato Flaica in una nota.

Sciopero ad Ikea

«A ben guardare – spiega il segretario provinciale di Roma, Giancarlo Desiderati – forse dietro le motivazioni pretestuose tirate in ballo dal colosso svedese in realtà ci sono lavoratori con limitazioni lavorative, disabili e con figli invalidi che non sono più performanti secondo gli “standard Ikea” e quindi probabilmente vanno eliminati dall’azienda. Ikea sta colpendo i lavoratori in difficoltà senza alcuna remora sul piano umano mettendo da parte anche i pronunciamenti dei tribunali». «Fra i numerosi licenziamenti arbitrari che hanno fatto notizia ci sono quelli di Marica, di Ikea Corsico, licenziata perché impossibilitata a rispettare orari assurdi imposti dall’azienda che non ha tenuto in nessun conto la sua condizione di madre di un figlio minore disabile; di Filippo, di Ikea Anagnina di Roma, invalido sotto tutele legge 104 con quattro figli e cardiopatico, licenziato dopo 18 anni di servizio solo per disguidi relativi alla presentazione di un certificato inviato tramite posta elettronica; di Francesca e Claudio, di Ikea Bari, licenziati per cinque minuti di pausa in più o per fantomatici cambi di organizzazione – spiega il sindacato – Sono solo alcuni esempi di una probabile strategia aziendale volta ad educare i lavoratori colpendone qualcuno come capro espiatorio e applicando il principio del “colpirne uno per educarne cento”».

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