Le mafie straniere dietro la tratta di esseri umani: un “affare” che vale miliardi
Nonostante le difficoltà a misurarne la reale portata, il fenomeno della tratta di esseri umani registra «un trend in preoccupante crescita». È quanto sottolinea la Commissione antimafia nella relazione su “Mafie, migranti e tratta di esseri umani, nuove forme di schiavitù”, approvata all’unanimità e presentata alla stampa dalla relatrice, Fabiana Dadone (M5S).
Un fenomeno sfuggente
La commissione ammette tutte le difficoltà a calcolare la reale consistenza di questo fenomeno criminale, ma chiarisce che anche solo l’analisi del dato sulle «vittime registrate (presunte o identificate), l’unico a cui poter fare riferimento, nonostante la sua indeterminatezza, evidenzia un trend in preoccupante crescita». Gli ultimi report ufficiali parlano di oltre 30mila vittime accertate nei 28 Stati membri dell’Ue, l’80% delle quali donne e ragazze (rispettivamente 67% e 13%). Si tratta però di numeri parziali, perché sebbene si parli di un fenomeno all’attenzione delle autorità da almeno un decennio, mancano ancora «dati statistici (nazionali ed internazionali) sufficientemente attendibili per individuare l’entità della tratta in seno al più ampio flusso del traffico di migranti».
Ai trafficanti 3 miliardi di dollari solo dallo sfruttamento sessuale
Un elemento, però, appare chiaro e a fornirlo sono «le acquisizioni investigative degli ultimi anni»: «L’operatività nel settore del traffico di esseri umani – rileva la commissione antimafia – risulta quasi esclusivamente appannaggio di organizzazioni criminali transnazionali straniere e comunitarie», per le quali questo abominevole mercato vale «secondo le stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro, circa 3 miliardi di dollari l’anno solo per lo sfruttamento sessuale» con ricadute, «in termini di profitti da sfruttamento del lavoro illegale pari a 32 miliardi di dollari l’anno».