La resa dei grillini: pronti all’inciucio per governare. Di Maio: «Faremo alleanze»

18 Dic 2017 14:15 - di Antonio Marras
di maio m5s

Dallo slogan “mai con  nessuno” allo slogan “stiamo con chiunque voglia governare con noi”. Il timore (fondatissimo) di non raggiungere la maggioranza da soli, ma anche quello di convincere gli elettori che il voto ai grillini sia sostanzialmente “inutile” convincono il candidato premir dei Cinquestelle, Luigi Di Maio, a una clamorosa svolta: «Se alle elezioni dovessimo ottenere il 40%, potremmo governare da soli. Se non dovessimo farcela, la sera delle elezioni faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta»,  ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital. Inciucio sì, ma non con chi già c’era. L’ipotesi di un Gentiloni bis, anche solo per consentire una campagna elettorale, “è uno schema che mi terrorizza. So perché Berlusconi dice che deve restare Gentiloni: perché loro si sentono tutti garantiti, soprattutto in questo momento di scandalo sulle banche”.

Una cosa è certa: Alessandro Di Battista non sarà fra i ministri. «Me lo ha chiesto lui», puntualizza Luigi Di Maio. Poi lancia un appello a non votare il Pd: « È come votare Forza Italia: in Sicilia ci sono le prove», scrive in un tweet, che rilancia un post a sua firma sul blog di Beppe Grillo. «Giancarlo Cancelleri – scrive Di Maio – aveva proposto ai siciliani un programma fatto di eliminazione dei privilegi, lotta alla mafia, sostegno alle imprese e vicinanza ai cittadini e abbiamo ottenuto il 35%. Musumeci invece proponeva Miccichè che – incalza Di Maio – appena eletto presidente dell’assemblea con i voti del Pd ha dichiarato che non taglieranno i faraonici stipendi, quindi figuriamoci se toccheranno i vitalizi, ma in compenso metteranno mano alla commissione antimafia. Hanno vinto grazie agli impresentabili arrestati e condannati e a una miriade di liste».

Un’ulteriore conferma di come i grillini, oltre a non sapere vincere, non sanno neanche perdere.

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