La beffa delle casette ai terremotati: in ritardo, sporche, incomplete e inadeguate
Non bastavano i ritardi, il freddo e il gelo patito in situazioni emergenziali, lo smembramento di famiglie e di intere comunità in soluzioni abitative temporanee e una precarietà divenuta ormai drammaticamente cronica. No, non bastava il dramma di tutto questo, e così, per i già martoriati abitanti delle zone del centro-Italia devastate dal terremoto e messe a dura prova da una ricostruzione ancora di là da venire, si è aggiunta anche la beffa della consegna delle agognate casette, allestite finalmente, sì, ma risultate del tutto incomplete, mal funzionanti e, quando va bene inadeguate ai luoghi e alle necessità.
La beffa delle casette consegnate nel Maceratese
Nelle ultime ore sono state consegnate dunque gli ultimi moduli abitativi arrivati nel Maceratese: dei “tuguri” definiscono le casette i destinatari degli immobili d’emergenza, per cui c’è già chi minaccia esposti al governo – come il coordinamento dei comitati dei terremotati – al commissario straordinario per la ricostruzione e alla Protezione civile. E la denuncia, oltre che la drammatica richiesta,mossa da cittadini e sindaci è sempre la stessa: «Porre fine alla mattanza psicologica delle popolazioni colpite dal sisma». E allora, passi che finora, nelle varie zone delle 4 regioni a cui erano destinate, sono state consegnate meno del 50% delle casette richieste; forse appena il 30% del totale. Passi che ci sono state sigle sindacali che hanno denunciato illeciti e sospetti sui cantieri dei lavori per la costruzione dei moduli abitativi richiesti; passi che per struttura e materiale, nella quasi totalità dei casi in cui sono state consegnate le casette si sono rivelate da subito inadatte a luoghi e clima in cui sono state allestite; passi i tempi con cui sono arrivate, sulla effettiva completezza e efficienza delle strutture, tra sporcizia, boiler congelati, infiltrazioni e umidità, impianti elettrici non funzionanti, pendenza dei tetti inadeguata a far scivolare la neve che si accumula, mancata consegna del mobilio, e chi più ne ha, più ne metta: a detta di chi dovrà viverci, davvero stavolta non si può chiudere un occhio. Non più.
In qualsiasi azienda che riceve del materiale o macchinari, un responsabile verifica, prima della presa in carico, visto che la merce dovrà essere pagata, che detta consegna non presenti difetti. Ora al momento della consegna delle casette e prima di dare le chiavi ai cittadini, dov’era il responsabile del ricevimento del prodotto? Dov’era il tecnico incaricato della messa a norma degli impianti? Il Sindaco o suo delegato, secondo il mio modesto parere, doveva attivarsi in tal senso. Potevano evitare queste figuracce visto che la questione ha fatto il giro del mondo. In un paese come il nostro, sempre in emergenza, l’industria delle costruzioni in legno potrebbe essere fonte di lavoro, con tutto l’indotto che essa comporta ( elettrodomestici, idraulica, impianti, trasporti ecc..).