Influenza, boom di casi sotto l’albero. I Pediatri: farmaci, riposo e bere molto

28 Dic 2017 13:39 - di Redazione

Influenza, è boom di casi sotto l’albero: ma per combatterla i pediatri soprattutto consigliano i soliti antidoti: farmaci, riposo e bere molta acqua per reidratarsi. Non c’è trucco e non c’è inganno, insomma: tranne il solito, rituale ritorno, di un male di stagione che sempre più raramente ormai coglie di sorpresa gli anziani inclini a vaccinarsi e che colpisce i bambini, pronti però a ristabilirsi in pochi giorni.

Influenza, è boom di casi sotto l’albero

E allora è boom di casi di influenza sotto l’albero. In questa settimana natalizia del 2017, quella dal 18 al 24 dicembre appena trascorsa, i medici sentinella della rete Influnet dell’Istituto superiore di sanità calcolano circa 387.000 nuovi casi, per un totale di circa 1 milione e 403.000 connazionali colpiti dai virus dall’inizio del periodo di monitoraggio. L’ultimo bollettino diramato parla di un «brusco aumento, alimentato soprattutto dalle classi di età pediatrica… La curva delle sindromi influenzali continua la sua ascesa – si legge nel report – dopo avere superato, nei primi dieci giorni di dicembre, il valore soglia di 2,57 casi per mille assistiti che determina l’inizio del periodo epidemico».

Influenza, ecco cosa dice il report nel dettaglio

L’epidemia, prosegue a spiegar il report medico-sociale, «è cominciata in tutte le Regioni italiane, tranne che in Friuli Venezia Giulia». E ancora: «Il valore dell’incidenza totale è salito a 6,39 casi per mille assistiti, contro i 4,26 casi per mille della settimana precedente. I più colpiti sono i bambini da 0 a 4 anni, con 18,91 casi per mille assistiti; seguono la fascia 5-14 anni (12,65 casi per mille), quella 15-64 anni (5,43/mille) e le persone di età pari o superiore a 65 anni (2,78). Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Calabria sono le regioni maggiormente colpite con un livello di incidenza pari o superiore a 7 casi per mille assistiti», segnala il network, precisando tuttavia che «l’incidenza osservata in alcune regioni è fortemente condizionata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato al momento i loro dati».

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