Hacker russo a processo: “Ho attaccato i siti Usa per l’intelligence di Mosca”
L’hacker russo Konstantin Kozlovsky detenuto in Russia con l’accusa di aver lanciato l’intrusione nei server del Comitato nazionale del partito democratico ha spiegato, in una udienza nel processo a suo carico, di aver agito su ordine dell’Fsb (i servizi segreti di Mosca) e di avere le prove di essere l’autore di tale intrusione. In una intervista all’emittente tv indipendente russa Dozhd, Kozlovsky ha anche precisato che i suoi attacchi non sono stati limitati alle istituzioni americane ma di aver preso parte all’attacco WannaCry che ha colpito 150 paesi lo scorso maggio e di recente attribuito dagli Usa alla Corea del Nord.
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Hacker con licenza di invadere i server stranieri
«Tutte le notizie apparse sui media riguardo ad hacker russi, sono stati tutti fatti da me», ha affermato. Kozlovsky ha spiegato di aver lasciato una «capsula di veleno», nel timore che i suoi committenti dell’Fsb potessero poi manipolare la sua versione: il suo numero di passaporto e altri dati personali nascosti in un file con formato .dat durante l’intrusione.