Gli Usa aumentano la sicurezza nelle strutture americane in Medio Oriente

7 Dic 2017 14:16 - di Redazione

Rex Tillerson cerca di gettare acqua sul fuoco che Donald Trump rischia di appiccare in Medio Oriente, e nelle già esauste relazioni con gli alleati europei, con il discorso su Gerusalemme capitale. Un discorso che il segretario di Stato – che voci insistenti, da lui smentite, vogliono ormai in uscita con Trump che avrebbe già individuato nel più allineato Mike Pompeo, ora direttore della Cia, il suo successore – esorta ad ascoltare nella sua interezza, senza pregiudizi. Gli Stati Uniti hanno “implementato robusti piani di sicurezza per proteggere gli americani nelle regioni interessate”. Lo ha detto il segretario di Stato Rex Tillerson, in una dichiarazione che segue l’annuncio su Gerusalemme del presidente Donald Trump. “La sicurezza degli americani è la più alta priorità del dipartimento di Stato”, ha spiegato Tillerson. La decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele “allinea l’intervento Usa con la realtà che Gerusalemme è la sede del Parlamento israeliano, della Corte Suprema, dell’ufficio del presidente e di quello del primo ministro”, afferma Tillerson. Gli Usa, prosegue il segretario di Stato, “si sono consultati con molti amici, partner e alleati prima che il presidente prendesse la sua decisione. Crediamo fermamente che ci sia l’opportunità per una pace duratura”. Nella sua dichiarazione Tillerson ricorda che, quanto deciso oggi da Trump, venne chiesto per la prima volta dal Congresso nel 1995 con il Jerusalem Embassy Act e che da allora è stato “riaffermato regolarmente”. Il dipartimento di Stato, sottolinea infine Tillerson, “inizierà immediatamente il processo di implementazione di questa decisione, avviando i preparativi per trasferire l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme”.”Continuiamo a credere che vi sia una buona opportunità di ottenere la pace”. Da Bruxelles, dove ha fatto i conti con un’accoglienza gelida che ricorda di più quella un tempo riservata ai russi che quella solitamente calorosa riservata “all’amico americano”,

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