Parva favilla
Riceviamo e pubblichiamo un contributo dell’On. Luca Romagnoli
Gran fiamma seconda. Contesa, deformata, metamorfizzata, stilizzata, amputata, diafanizzata, sottesa; quante ne ha subite e quanto è stata agognata dal 1995 in poi la Fiamma degli italiani? La Fiamma tricolore rosso, bianco e verde, posta su base trapezoidale con inscritta la sigla Msi, intendo.
La Fiamma tricolore e il suo valore
Ricordo in particolare la notte prima del deposito dei simbolì per le elezioni politiche 2006. C’era l’accordo di coalizione; partecipavamo per la prima e unica volta alle politiche in coalizione con la “Casa delle libertà”. Era il momento giusto per osare qualcosa in più: stringere un po’ la goccia e aumentare le cuspidi, per cercare la maggior somiglianza possibile all’originale agognato. Febbrili tentativi per ottenere da A. Di Marco e L. Iacobelli (la meritano tutta la citazione), il logo da stampare su carta lucida per il deposito al Viminale. E poi via, di corsa al Ministero, con tutte le apprensioni di sempre. Deposito io senza delega notarile? Abbiamo tutto in ordine? Le dimensioni dei simboli sulla strisciata? Consegno (insisto per consegnare) anche il CD con il file? Faranno opposizione? Magari gli avvocati di An, con in testa proprio Ignazio La Russa? Notti passate di militanza. E di speranza. Ma era indispensabile?
Grazie per il simbolo risorto
Ora, a 23 anni di distanza dal 1995 (quando la maggioranza della dirigenza decise di liquidare il Msi o, come qualcuno ritenne, di ampliarne gli orizzonti nell’accogliente e meno “discriminante Alleanza”), la Fiamma ritorna. Ora, passata da lunga pezza l’epoca ignota a chi è nato alla fine degli anni Settanta, che poco sapeva di storie e di vissuto nelle “fogne” (“la voce” da cui usciva a malapena), e poco, e giustamente, poteva soffrire l’oblio per un simbolo gravato dagli anni, ora, dicevo, risorge.Risorge, proprio come la Fenice e a maggior ragione (scientifica), si può dire dalle sue ceneri.