Feltri: Berlusconi mi vuole senatore, ma guadagnerei meno e ho detto no
Vittorio Feltri rivela ai microfoni de La Zanzara che Berlusconi gli ha chiesto di candidarsi come senatore. Ma il direttore di Libero ha declinato l’invito. Perché guadagnerebbe meno di quanto guadagna ora. «Ieri ero a pranzo con Berlusconi – racconta Feltri ai conduttori della popolare trasmissione radiofonica di Radio 24 – e mi ha chiesto di fare il senatore. Gli ho risposto di no perché guadagnerei di meno rispetto a quanto prendo ora».
«Sarei veramente un suicida, uno stupido – rincara la dose il direttore di Libero – Lui mi ha detto che capisce, per fortuna è ancora molto lucido».
Non è la prima volta che Feltri viene individuato come candidato ideale. Nel 2015 il direttore di Libero che certamente sbancherebbe nelle urne era stato “candidato” da Fratelli d’Italia e Lega per la poltrona di presidente della Repubblica proprio in virtù del suo «spirito libero, indipendente, un po’ anarchico». Di lì a poco il Parlamento avrebbe eletto l’ex-democristiano di sinistra Sergio Mattarella. Giorgia Meloni e Matteo Salvini lanciarono quindi, in una conferenza stampa, la candidatura di Feltri al Quirinale: «Non è una candidatura di bandiera – disse Giorgia Meloni per l’occasione – speriamo che possa aggregare. Mi chiedo come Berlusconi e Alfano possano preferire Pier Carlo Padoan o Giuliano Amato».
«A Berlusconi, Toti, Brunetta e Romani vorrei chiedere perché no – rafforzò il concetto Matteo Salvini – non gli chiediamo di abbandonare il solenne patto del Nazareno. Almeno nelle prime tre votazioni voti Feltri, non metterebbe in discussione il suo accordo con il Messia Renzi. Non contiamo sul voto dei dissidenti forzisti, ma sul voto compatto del centrodestra, che dalla quarta votazione manterrà gli accordi con Renzi». Finì come finì. Mattarella, che ha speso la maggior parte della sua carriera politica in maniera faziosa, fu nominato, in qualità di arbiter, al Quirinale.
Sallusti, che lo conosce bene, comunque, aveva già interpretato il Feltri-pensiero al riguardo: «potrebbe essere un buon presidente della Repubblica ma c’è uno scoglio insormontabile da superare: al Colle si guadagna troppo poco. Feltri guadagna più di me al Giornale. Già me lo vedo Renzi che va a comunicargli la sua elezione e lui che risponde: aspettiamo un attimo, prima parliamo di soldi».