Degrado alla stazione di Coltano voluta da Marconi. Non c’è neanche una targa

12 Dic 2017 18:52 - di Redazione

“La stazione radiotelegrafica di Coltano, quartiere di Pisa, sperso nella campagna coltivata e strappata al destino di palude, è una rovina. Per decenni è stata la capitale di un mondo, quello delle telecomunicazioni. Segnali e parole che volavano nell’etere, attraverso il grande impianto voluto e realizzato da Guglielmo Marconi con le allora avveniristiche apparecchiature costruite dai cantieri Marconi di Genova”. Lo scrive il quotidiano La Stampa in un pezzo di Marco Menduni, che racconta lo stato di degrado in cui versa l’edificio, dove vengono anche gettati rifiuti senza controllo e che viene usato come rifugio notturno di sbandati.

“Del recupero della centrale Marconi – continua La Stampa – si parla da decenni. Una storia di promesse e impegni disattesi. Di battaglie, come quella di Italia Nostra. Gli sforzi si erano moltiplicati nel 2009, il centenario del Nobel. Ancora una volta non se n’è fatto niente. La prima, piccola svolta, è arrivata nelle ultime settimane. Un primo accordo tra il demanio (proprietario del bene) e il Comune di Pisa. Una concessione provvisoria e 100 mila euro per mettere l’edificio in sicurezza”. “Nel frattempo – denuncia la figlia Elettra – basterebbe una pietra, una targa, per ricordare che lì mio padre costruì una delle prime centrali, una delle più grandi del mondo”.

La storia del centro radio di Coltano, una delle prime nel mondo e la prima grande stazione italiana, inizia nel 1903 con l’approvazione del Governo Italiano della costruizione della stazione radiotelegrafica e nel 1904 il Re e Marconi si incontrarono a Coltano e scelsero la località chiamata il Corniolo dove costruire la Stazione e qui il Re pose simbolicamente la prima pietra. I tempi di costruzione furono molto lunghi e le prime prove di collegamento di svolsero solo durante il 1910 per arrivare nel novembre 1911 all’inaugurazione dell’Impianto alla presenza del Re e di Marconi con i primi collegamenti con Massaua e Mogadiscio.

 

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