Nuove droghe: web, porno e cellulari bruciano il cervello dei giovani
Cervelli in fumo, colpa di smartphone e Internet. Ne è convinto Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze e salute mentale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, che accende i riflettori su minacce vecchie e nuove che stanno mettendo sotto attacco il cervello degli adolescenti. Proprio a questa fase della vita è dedicato il libro “‘Quando tutto cambia. La salute psichica in adolescenza” (Pacini Editore), scritto dall’esperto insieme allo psichiatra Gianni Migliarese (Fbf) e presentato oggi nel capoluogo lombardo. Un viaggio che guarda al futuro, al mondo nuovo con cui giovani nati con la tecnologia come compagna di culla devono fare i conti. Sotto accusa finisce in particolare l”insonnia tecnologica’ che sta mettendo a rischio lo sviluppo cerebrale degli adulti di domani, e le nuove dipendenze più impalpabili di quelle da sostanze che pure continuano in forma sempre nuova a minacciare i teenager. La nuova droga ‘invisibile’ ha mille fonti: “Internet, smartphone, gambling, social network, pornografia, videogiochi online e non”, elenca Mencacci. Come tante sono le forme di questa dipendenza crescente dalla tecnologia. “Alcune sono diventate famose: nomofobia (paura di rimanere sconnessi), Fomo (paura di essere tagliati fuori dai social), ringxiety (ansia da smarphone), textiety (ansia da messaggio), vamping (ore notturne trascorse sui social media)”.
I ragazzi vivono in bilico fra stimoli evolutivi e tossici. La tecnologia ha un ruolo cruciale in questo. “Siamo tutti collegati, informati, sapienti, ma apprendere più notizie non è conoscere. Vediamo anche giovani genitori che imparano dal web a fare i genitori. Si è interrotta la catena di trasmissione generazionale, la capacità di essere spontanei nel comunicare le informazioni, le relazioni sociali”. Il ruolo della famiglia è invece fondamentale per gli adolescenti, ammonisce lo psichiatra: “Devono riuscire a conoscere il loro mondo e i rischi a cui sono esposti e non sono sostituibili, questo demandare a istituzioni e situazioni esterne non funziona. Ma se il genitore stesso non ha superato la sua adolescenza, quando figlio la attraverserà non ce la farà. C’è una crisi generazionale in corso”.