Carlo Conti si affida ai classici tv. Al via con Rita Pavone e Montesano
«Il 2018 sarà l’anno del vintage per me. D’altronde alcune idee forti sono senza tempo e il remake è un classico anche in altri settori dello spettacolo, basti pensare all’Assassinio sull’Orient Express che è tornato al cinema in questi giorni». Carlo Conti parla così del nuovo anno televisivo che lo vedrà dal 5 gennaio rinverdire, nella seconda serata del venerdì di Rai3, Ieri e oggi, titolo storico nato nel 1967 sul secondo canale e protrattosi fino al 1980, alla cui conduzione si avvicendarono Lelio Luttazzi, Arnoldo Foà, Paolo Ferrari, Mike Bongiorno, Enrico Maria Salerno e Luciano Salce. E poi in primavera riportare prima su Radio2 e poi su Rai1 un altro “marchio” d’annata come La Corrida. Lo schema di Ieri e oggi rimane quello originale: due personaggi del mondo dello spettacolo ripercorrono la loro carriera, stimolati dal conduttore a rievocare aneddoti ed esperienze con l’ausilio di filmati di repertorio. Nella nuova edizione guidata da Conti le prime due coppie a raccontarsi saranno Rita Pavone con Enrico Montesano e Iva Zanicchi con Carlo Verdone. «Dopo tanti anni di tv è bello potere avere la libertà di proporre anche delle riscoperte, per far ritrovare la tv del passato a chi l’ha vissuta e farne scoprire il valore al pubblico più giovane», sottolinea Conti. Insomma, anche in tv, «nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma».
Carlo Conti: «Il mestiere dell’attore non è per me»
Quanto alla Corrida, Conti sottolinea che la sua stella polare «sarà in rispetto di chi viene a esibirsi, nel solco della lezione di Corrado, che sapeva ironizzare ma sempre con grande eleganza». Nel frattempo, il conduttore, vera colonna della programmazione Rai, ha trovato il tempo anche di fare un cameo in Don Matteo, «per fortuna nei panni di me stesso, eppure recito male pure nei miei panni, quindi ho capito che il mestiere dell’attore non è per me», ride. Eppure lo spettacolo che lo vede in tour con gli amici toscani Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello, dopo aver collezionato numerosissime repliche in Italia, sbarcherà il 13 aprile a New York, al Beacon Theatre di Broadway: «Avevamo pensato di fare il manifesto con noi tre con un ciuffo alla Trump ma poi ci è sembrato eccessivo», racconta il conduttore che sarà impegnato nelle prossime settimane anche nella staffetta con Fabrizio Frizzi alla conduzione dell’Eredità e in primavera anche nella serata di consegna dei David di Donatello, che dopo due anni su Sky torneranno in onda sulla Rai. Infine una battuta su Sanremo, che dopo tre anni con la sua conduzione e direzione artistica, passa nelle mai di Cluadio Baglioni: «Cluadio saprà fare molto bene. Io ho sempre cercato di rispettare il rito, la “messa” sanremese, tenendo al centro la gara delle canzoni e costrundoci un po’ di spettacolo intorno. La medaglietta che più di tutte mi piace appuntarmi al bavero è quella dell’aver portato i giovani ad esibirsi in prima serata. E questo ha portato a scoperte meravigliose, da Giovanni Caccamo ad Ermal MeTa e Francesco Gabbani. E pure la tanto criticata vittoria de Il Volo in realtà ha contribuito a riportare il marchio Sanremo in tutto il mondo, quindi ha fatto bene al festival», dice ancora Conti.
Il ritorno alla tv del passato
Secondo Conti il ritorno della tv del passato si spiega con il fatto che «era fatta di idee forti»: «In alcuni casi si possono attualizzare, altre volte sono forti così come sono anche a distanza di 50 anni. È il caso di Ieri e oggi: raccontare con una chiacchierata cosa ha fatto un artista è un’idea che non ha tempo», aggiunge Conti che vorrebbe coinvolgere nelle puntate successive anche i suoi coetanei:: Fabrizio Frizzi, Antonella Clerici, Fabio Fazio, «i colleghi che hanno fatto le tv negli ultimi 30 anni».