Banche, la bomba di Ghizzoni: la Boschi mi chiese se Unicredit poteva acquisire Etruria

20 Dic 2017 11:54 - di Redazione

L’attesa audizione dell’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni in commissione banche getta un’altra tegola sulla credibilità del sottosegretario Maria Elena Boschi. 

Ghizzoni, all’epoca ad di Unicredit, ebbe il 12 dicembre un incontro “da solo” a Palazzo Chigi nel quale “per la prima volta affrontammo il tema specifico delle banche in crisi” e al termine del quale “il ministro mi chiese se era possibile per Unicredit pensare a un intervento su Banca Etruria: ma risposi che non ero in grado di dare nessuna risposta”.  “Il ministro convenne – continua Ghizzoni – ci lasciammo con l’accordo che l’ultima parola spettava a Unicredit che avrebbe deciso solo nel suo interesse. Fu un colloquio cordiale, e non avvertii pressioni”, sottolinea Ghizzoni. “La considerai una richiesta abbastanza normale: un ceo di una banca come Unicredit deve essere in grado di mettere in chiaro che è la banca che decide, messaggio che fu assolutamente condiviso” osserva l’ex ad.

Ma la “bomba” delle rivelazioni di Ghizzoni coinvolge tutto il giglio magico renziano, infatti dopo la Boschi viene chiamato in causa il renziano Marco Carrai: dopo l’incontro avuto il 12 dicembre 2014 con l’allora ministro Maria Elena Boschi, il 13 gennaio 2015 – racconta Ghizzoni – “mi arrivò una mail molto sintetica da Marco Carrai in cui si diceva “che su Etruria mi è stato chiesto nel rispetto dei ruoli di sollecitarti se possibile”. “Mi chiesi – aggiunge – chi poteva aver sollecitato Carrai, ma decisi volutamente di non chiedere nessun chiarimento per non aprire nessun canale di comunicazione: risposi a Carrai ‘ok ti confermo che stiamo lavorando, alla fine contatteremo i vertici di Etruria’ “. “Dopo di che non l’ho più sentito su quello argomento”,  conclude Ghizzoni. Già, chi mai può avere sollecitato Carrai a intraprendere un’iniziativa del genere?

Sul possibile intervento di Unicredit in Banca Etruria l’allora ad Federico Ghizzoni ebbe “contatti con il Capo della Vigilanza della Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, contatti ovvi e dovuti”. “Mi veniva chiesto se eravamo disposti ad aprire il caso, ma – conclude – risposi che non ne avevamo la disponibilità e confermai” il no di Unicredit.

Maria Elena Boschi si è affrettata a scrivere su Twitter che conferma quanto detto da Ghizzoni, soprattutto sulla mancanza di “pressioni”. La sua insomma era una semplice richiesta di informazioni. Siamo però alle sfumature lessicali: Boschi ha sempre sostenuto di non essersi occupata della crisi di Etruria, fatto smentito con evidenza prima da Giuseppe Vegas (presidente Consob) e ora da Ghizzoni. Quest’ultimo non ha avvertito pressioni dalla Boschi ma ha ricevuto una mail da Carrai (renziano di ferro) che lo sollecitava a valutare l’acquisizione. Il gigantesco conflitto d’interessi della Boschi è ormai sotto gli occhi di tutti. Non resta che prenderne atto anche da parte dell’interessata.

‘Quelle di Ghizzoni sono dichiarazioni gravissime  per Giorgia Meloni, che confermano “un maldestro interessamento del giglio magico per le sorti di Banca Etruria. Un quadro opaco che mette una pietra tombale sulla credibilità politica di Renzi e della Boschi. Verrebbe da chiedere ancora le dimissioni della sottosegretaria, ma ancora una volta non arriveranno. Ci penseranno gli italiani tra poche settimane a chiudere i conti con questi bugiardi. La Boschi si candidi nel collegio di Arezzo e accetti il giudizio dei cittadini invece di continuare a scappare dalle sue responsabilità”.

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