Attacco della Ue alla sovranità nazionale: Polonia esautorata sulla giustizia

20 Dic 2017 14:03 - di Monica Pucci

L’articolo 7, fino a questo momento, non era stato mai invocato. Per la prima volta la Commissione Europea lo ha fatto, con la Polonia, arrivando alla conclusione che “esiste un chiaro rischio di seria violazione dello Stato di diritto in Polonia”, dato che le riforme attuate nel settore giudiziario comportano che ora nel Paese “la magistratura si trova sotto il controllo politico della maggioranza di governo”. La Commissione pertanto “propone al Consiglio di adottare una decisione in base al comma 1 dell’articolo 7 del Trattato sull’Ue”. La procedura prevista dall’articolo 7, che in teoria (ma serve l’unanimità del Consiglio Europeo) può concludersi con la sospensione dei diritti di voto nel Consiglio del Paese interessato, viene attivata per la prima volta nella storia dell’Ue.  Si tratta di una decisione senza precedenti, che apre la strada alla possibile adozione di sanzioni nei confronti della Polonia.

Il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ha specificato che 13 leggi adottate dalla Polonia nel giro di due anni hanno creato una situazione in cui il governo di Varsavia “può sistematicamente interferire a livello politico nella composizione, nei poteri, nell’amministrazione e nel funzionamento” delle autorità giudiziarie e quindi non è più garantita la separazione tra poteri.

Timmermans: «Non avevamo altra scelta con la Polonia»

«È con il cuore pesante che “abbiamo attivato l’articolo 7” del Trattato sull’Unione Europea nei confronti della Polonia, “ma i fatti non ci lasciavano altra scelta. Già nello scorso luglio la Commissione Europea aveva avvertito che ci sarebbe stato questo rischio, ma “da luglio ad oggi la situazione non è migliorata, ma peggiorata. Non avevamo altra scelta. Qui non si tratta solo della Polonia, ma di tutta l’Ue”, dice il primo vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans, spiegando in sala stampa a Bruxelles la decisione di attivare nei confronti di Varsavia la procedura prevista dall’articolo 7. «Il rispetto dello stato di diritto – continua Timmermans – è una precondizione per il funzionamento del mercato interno e per la fiducia reciproca. Se viene limitata o annullata la separazione dei poteri, viene spezzato il funzionamento dell’Unione” e del mercato unico, dato che un’impresa che lavora in un altro Paese dell’Ue ha il
diritto di vedere risolta un’eventuale controversia che la riguardi davanti a un giudice terzo, non controllato dall’esecutivo del medesimo Paese. Con Varsavia sono state scambiate “più di 25 lettere” sulla questione, invano. «Continuiamo a rimanere pronti a dialogare”, aggiunge il politico olandese. L’attivazione dell’articolo 7 “non è l’opzione nucleare, come leggo qua e là – prosegue Timmermans – quello che chiediamo al consiglio e al parlamento di esaminare è ancora una volta” la situazione in cui si trova la Polonia. Per il primo vicepresidente, si tratta solo di “un tentativo di iniziare un dialogo e di risolvere la situazione». Alla Commissione “stiamo facendo questo per la Polonia e per i polacchi: credo che ogni polacco, come ogni cittadino dell’Ue, abbia diritto ad una giustizia indipendente”, conclude.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *