Venezia, cinesi pranzano con aragoste poi contestano il conto. Il sindaco li umilia…

9 Nov 2017 14:18 - di Monica Pucci

Pranzo di pesce per tre persone, 20 ostriche crude e tre porzioni di pesci e molluschi alla griglia, tra cui astici e aragoste. Un conto salato, certo, da 526,50 euro, ma forse non del tutto esagerato, considerando la particolare location: Venezia. Sta di fatto che tre turisti orientali, forse cinesi, si sono sentiti truffati dal ristoratore e hanno scritto una lettera di protesta al sindaco Luigi Brugnaro, ottenendo, però, il risultato opposto. Il primo cittadini ha dato ragione al ristoratore e non si è assolutamente scusato con i turisti, definendoli “pezzenti”.

«Non mi aspetto alcun rimborso – gli aveva scritto uno dei tre turisti asiatici – ma vorrei attirare la vostra attenzione su un tale comportamento che rischia di rovinare la reputazione di Venezia», sottolineando il fatto che la sua famiglia sarebbe stata raggirata dal ristoratote confidando sulla scarsa conoscenza dell’italiano da parte degli avventori. «Pezzenti – è stata la replica di Bugnaro – Uno mangia e beve, poi dice che non sapeva la lingua. Ma se vieni in Italia devi imparare l’italiano, anche un po’ di veneziano non farebbe male. Hanno mangiato aragosta e non hanno lasciato niente sul piatto. Ho chiesto al cameriere se gli avessero lasciato la mancia, neanche quello». Il sindaco di Venezia, poi, loda il suo concittadino “che ha emesso lo scontrino, dimostra ancora una volta che a Venezia c’è la legalità”. «Se venite a Venezia dovete sapere che siete a Venezia, dovete spendere qualcosina. Anzi, lasciate la mancia alle persone che lavorano per voi. Siete i benvenuti, ma dovete spendere», ha concluso Brugnaro, eletto con una lista di centrodestra.

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