Un report conferma: aumentano il consumo di droga in vena e i rischi di contagio dell’Aids

4 Nov 2017 16:03 - di Redazione

Quello della droga in vena sembrava un problema, se non proprio definitivamente debellato, quanto meno temporaneamente archiviato e assestato su soglie non particolarmente allarmanti come in altri periodi storico-sociali che abbiamo conosciuto. E invece…

Sale il consumo di droga in vena

Invece «c’è un problema enorme: ed è il ritorno della tossicodipendenza da sostanze che vengono iniettate in vena» è tornata a denunciare amaramente Antonella D’Arminio Monforte, co-presidente della Conferenza Eacs (European Aids Clinical Society) 2017 che si è svolta nei giorni scorsi a Milano. «E se –ha proseguito – ad allarmare di più è la situazione dell’Europa dell’Est, vediamo che si sta diffondendo anche nella parte occidentale. Il che vuol dire che a breve ci sarà una nuova epidemia di Hiv fra i tossicodipendenti che usano droghe in vena e che ormai non c’erano più. Anche l’Italia non è esente dal fenomeno. Soprattutto Milano». A tracciare l’inquietante quadro dei nuovi rischi emergenti è dunque la co-presidente della Conferenza Eacs (European Aids Clinical Society) che nel delineare i termini socio-numerici della questione, ammonisce anche: «Stanno mettendo in commercio eroina a basso costo e i giovani stanno tornando a usarla – avverte D’Arminio Monforte che è professore ordinario e direttore della Clinica malattie infettive e tropicali del Dipartimento di scienze della salute, Asst Santi Paolo e Carlo –. Anche in Italia si sta diffondendo. E Milano è fra le città più a rischio. Per ora non c’è un particolare rilievo del fenomeno, ma questo arriva sempre più tardi. Ci sono però già dei segnali, anche se non abbiamo ancora il riscontro di un aumento di Hiv fra i tossicodipendenti».

E aumenta il rischio di contagio da Hiv

Il report europeo Emccda (dati da Stati Ue più Turchia e Norvegia), segnala l’infettivologa, «ha rilevato nel 2015 un totale di 8.441 decessi per overdose, principalmente per eroina e altri oppioidi, con una crescita del 6% rispetto ai 7.950 decessi in 30 Paesi nel 2014, e un incremento in tutte le fasce d’età. Il Regno Unito rappresenta il 31% di questi decessi, rispetto al 15% della Germania che si trova al secondo posto. In Inghilterra e Galles si è registrato un aumento del 26% del numero di morti per eroina. Anche gli Usa mostrano questa tendenza con un aumento dei consumi del 6,2% dal 2002 al 2015. Questi dati ci spingono a suonare un campanello d’allarme su conseguenti nuovi casi di infezione Hiv dovuti all’uso della siringa che, secondo la Dublin Declaration, resta un importante fattore di diffusione del contagio. Nel 2015 il 25% delle nuove diagnosi in 4 Paesi Ue è stato imputabile alle droghe iniettabili». Non solo: fra i fenomeni segnalati dagli esperti nelle varie giornate di lavori della Conferenza, c’è quello dei contagi fra gli over 50. In 31 Paesi europei sono state effettuate molte nuove diagnosi su adulti sopra i 50 anni, hanno spiegato gli specialisti, rispetto alla fascia d’età di 15-49. Questo fattore appare omogeneo nella maggior parte dei Paesi occidentali inclusi nello studio, ma non vale per la parte orientale e centrale della regione, sottolineando due livelli di velocità in termini di accesso al test e alle cure in Europa. Europa dove è ancora scarso anche l’accesso alla Prep, profilassi pre-esposizione.

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