Un anno fa l’elezione di Donald Trump: ecco come è cambiato il mondo

7 Nov 2017 19:45 - di Antonio Pannullo

Un anno dopo la sorprendente elezione di Donald Trump alla poltrona più importante del pianeta, questo pianeta è cambiato davvero tanto. In primo luogo si è dimostrato che il politically correct, invenzione dei radical chic americani, ha fatto il suo tempo. E in secondo luogo che si possono dire cose diverse da quelle del pensiero omogeneo ed essere eletti. Che, ad esempio, l’accordo sul clima fosse una farsa pilotata da estremisti, qualcuno magari con interessi specifici, molti lo pensavano, ma non lo dicevano per paura di essere definiti nemici dell’ambiente. Sui clandestini, la maggioranza dell’Occidente la pensa come Trump, ma è lui che ha dato il via a una posizione precisa, decisa, senza compromessi. E in Europa molto lo stanno seguendo. Sul dittatore comunista folle Kim Jong un è difficile non essere d’accordo con la Casa Bianca, ma persino su questo, sorprendentemente, qualche anima bella lo ha accusato di essere un guerrafondaio. Sull’inutilità di autentici stipendifici come Onu e le sue Agenzie e la Nato, sulla loro perniciosità, le prove c’erano da tempo, ma guai a dirlo, ci si sarebbe ghettizzati come nemici della fratellanza dei popoli. Stesso identico discorso per la fallimentare Unione Europea, abbandonata proprio da uno dei suoi membri più importanti e guarda caso storico alleato degli Stati Uniti. Sul terrorismo Trump ha sfondato una porta aperta, è l’unica sua battaglia non contestata dai soliti quotidiani dem che hanno fatto campagna elettorale in favore di Hillary Clinton, la quale peraltro ancora non si dà pace per la batosta ricevuta e scrive libri in cui racconta “la verità”. Come abbiano visto fare poi in Italia con Silvio Berlusconi, la macchina del fango e la diffamazione la fanno da padrone, quando vince qualcuno che non è di sinistra o che pensa con la propria testa, e così il caso Russiagate, vera bufala mediatica, ogni giorno è sui giornali “democratici” di tutto il mondo. Il mondo insomma ha scoperto insieme a Donald Trump che si può essere liberi anche di essere eccentrici o sbrigativi, che si può anche esagerare, che si possono fare gaffes, ma l’importante è fare politica in maniera onesta e difendendo la popolazione che poi ti vota. E Trump lo hanno votato. Come per Berlusconi, alcune sue iniziative sono state penalizzate dall’intervento della magistratura, che però in America non è così schierata come in Italia. Errori? certo che ne ha fatti, soprattutto in politica estera: anziché cercare la via del dialogo col potente Iran, ha seguito la strada di chi lo ha preceduto, additandolo come Stato-canaglia, quando Stato-canaglia non è, o comunque non più della maggioranza degli Stati. Ha preso parte contro il legittimo presidente siriano Bashar Assad, forse mal consigliato, che alla fine combatte come lui contro il terrorismo islamico. Ha infine dato spettacolo col tourbillon di collaboratori assunti e cacciati in maniera repentina. Vedremo come andrà nei prossimi mesi, ma in ogni caso ha insegnato a tutti coloro che si sentivano emarginati, ignoranti, esclusi, ad avere speranza che c’è posto anche per loro.

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