Stadio Flaminio allo sfascio, un altro pasticcio grillino. FdI: è un gioiello, non un monolocale
24 Nov 2017 14:57 - di Elsa Corsini
Anche lo sport è vittima della fallimentare amministrazione grillina della Capitale. Ne è una prova l’abbandono totale dello stadio Flaminio, un gioiello architettonco firmato dall’architetto Nervi. La prima scintilla è scoccata con i bandi delle palestre nei municipi, partiti in ritardo tanto da creare grandi ai cittadini. E non è bastato nemmeno il discusso evento organizzato due mesi fa dal Campidoglio La notte bianca degli impianti sportivi per mettere una pezza a un settore in completo abbandono. Proprio in quell’occasione Fratelli d’Italia denunciò il bluff della manifestazione, lanciando l’allarme sulla chiusura degli impianti sportivi comunali attraverso un video-inchiesta che prendeva come esempio eclatante lo stadio Flaminio. Un sopralluogo insieme alla stampa e ai cittadini metteva in evidenza il grave stato di abbandono in cui versa tutt’ora il gioiello ideato e progettato dall’architetto Nervi. La vista dell’impianto sportivo è ancora oggi desolante, spalti e campo in stato di forte abbandono: insomma una struttura fatiscente facile preda di occupazioni, proprio come è avvenuto con i “ragazzi di Scomodo” che in barba alla legalità hanno utilizzato lo spazio per una festa illegale sotto lo scuodo del flash mob.
Sos Stadio Flaminio, FdI attacca il Comune
L’ultima notizia choc arriva dalle parole dell’assessore allo Sport, Daniele Frongia, che tradiscono la volontà minimalista di dare una ripulitura all’impianto lasciandolo di fatto in stato di abbandono. «In merito alla riqualificazione dello stadio Flaminio le parole dell’assessore allo Sport fanno tremare i polsi – hanno commentato Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio, Alessandro Cochi, responsabile del settore sport – in occasione del consiglio nel Municipio II di giovedì, proprio sul tema della ristrutturazione dello stadio, avrebbe lanciato una sorta di ultimatum sottolineando che l’Amministrazione capitolina per scongiurare il rischio di abbandono dell’impianto sportivo sarebbe pronta a mettere in campo un progetto temporaneo attraverso uno stanziamento di fondi pari a 77mila euro per gli interventi di pulizia e altri 5mila euro per il ripristino delle cancellate. Siamo alla follia – protestano i rappresentanti di FdI – è impensabile demandare al municipio la programmazione sia delle risorse, tecniche ed economiche, che degli interventi, poiché si tratta di un ente di prossimità che certamente non sarebbe in grado di occuparsi della tutela e del rilancio dello stadio, anche se riguarda un progetto temporaneo. Se i grillini pensano di trattare lo Stadio Flaminio come fosse un monolocale hanno sbagliato di grosso». Nel frattempo la riqualificazione dell’impianto si sta incagliando come accaduto già per Testaccio e Capannelle, insieme al blocco complessivo dei 160 impianti sportivi comunali a causa anche del regolamento ancora fermo.
I ritardi colpevoli degli avvisi pubblici
Decisamente fuori tempo massimo, inoltre, l’avviso pubblico per riqualificare lo stadio Flaminio sul cui futuro la sindaca naviga a vista. «È un bando tardivo – commentano Fabrizio Ghera e Alessandro Cochi responsabile Sport di Fratelli d’Italia – vi erano da tempo progetti di fattibilità presentati al Comune e pronti da anni ma chiusi nei cassetti. Come Fratelli d’Italia chiediamo che il Flaminio venga degnamente rilanciato mantenendo chiaramente la sua vocazione sportiva». Non solo, il Comune ha fatto sapere, come dimostrano le parole dell’assessore (lo zarino tanto caro alla Raiggi), che in attesa dell’assegnazione del bando, sta pensando a un parcheggio temporaneo per i bus turistici nel piazzale esterno. Come se non bastasse i Cinquestelle hanno presentato una proposta di delibera (depositata dal presidente della commissione Sport e non condiviso dagli altri membri della commissione, di cui Ghera fa parte) nella quale si prevede un rimborso ai concessionari che negli anni passati hanno realizzato lavori di miglioria negli impianti. «Una decisione – denunciano Ghera e Cochi – che avrebbe tutti gli estremi da esposto alla Corte dei Conti. Dai Cinquestelle quindi arriva l’ennesimo pastrocchio, che dimostra come questa giunta demanda tutto agli uffici tecnici dell’Amministrazione».