Soli e felici (di spendere): il “Single day” batte tutti i record di vendite online

11 Nov 2017 16:58 - di Federica Parbuoni

Non solo San Valentino. Anche i cuori solitari hanno il loro giorno d’elezione che, come la festa degli innamorati, è diventato giorno di consumi. Si tratta del “Single day” cinese, che si celebra l’11 novembre, e che, sulla spinta del colosso del commercio online Alibaba, ha fatto registrare acquisti record: le stime dicono che alla mezzanotte saranno stati spesi 24 miliardi di dollari.

In un solo giorno vendite pari al Pil di interi Stati

Nato negli anni ’90 dall’idea di alcuni studenti dell’università di Nanchino, proprio come risposta a San Valentino, il “Single day” si celebra l’11 novembre per la presenza di numerosi “1” nella data. Nel tempo, poi, è diventato una sorta di Black friday cinese e della rete: un giorno in cui ci si dà allo shopping sfrenato, complici i prezzi d’occasione dedicati. Una trasformazione iniziata nel 2009, quando è sceso in campo il colosso fondato da Jack Ma, e proseguita con cifre sempre più alte. Il colosso cinese lo scorso anno ha chiuso a 17,8 miliardi di merce venduta, pari al Pil annuale dell’Honduras, mentre nel 2015 era arrivato a quota 14,3 miliardi. Quest’anno un ulteriore boom, del quale si era avuto sentore fin dall’inizio della giornata: in un’ora Alibaba aveva già incassato 7,3 miliardi di euro. In buona compagnia: il “numero due” del commercio online in Cina, JD.com, ha visto aumentare del 350% rispetto all’anno scorso le vendite di prodotti alimentari, toccando quota 15 miliardi di dollari, sempre nella prima ora di saldi.

Così Alibaba ha inventato lo shopping del Single day

I numeri di quello che è oggi il più grande evento giornaliero di shopping nel mercato cinese e del mondo parlano di 140mila marchi partecipanti (contro 98mila dell’anno scorso). Un successo commerciale che Alibaba ha di fatto inventato nel 2009, quando utilizzò la ricorrenza del Single day per promuovere la sua allora nuova piattaforma B2C “Taobao Mall”, poi rinominata e tuttora nota come “Tmall”. Bisognava convincere i marchi a occupare spazi sulla sua nuova piattaforma, aprendo ”negozi ufficiali online” per attirare traffico di utenti e innescare i consumi. Da qui l’idea di creare una ”festa dello shopping online”. Da allora i numeri sono stati sempre in crescita: dai 27 marchi con cui collaborò Alibaba nel 2009, con volumi di vendite per 52 milioni di Renminbi (quasi 7 mln di euro), ai 24 miliardi di oggi.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *