I servizi francesi: non c’è per ora un rientro nel Paese dei “foreign fighters”

14 Nov 2017 18:12 - di Redazione

I servizi segreti francesi (Dgsi) non si aspettano un rientro massiccio di miliziani dello Stato Islamico in Francia a seguito delle sconfitte subite dall’organizzazione terroristica in Siria e in Iraq. In un’intervista a Le Figaro, Laurent Nunez, direttore generale della Direction générale de la Sécurité intérieure, spiega: “Ci troviamo di fronte a combattenti abbastanza decisi a restare nelle zone di ritirata dell’Isis in attesa di essere inviati in Malesia, Indonesia, Afghanistan”. “Lo scenario più probabile non è quello di un ritorno massiccio” dalla Siria e dall’Iraq, ha assicurato. Il rientro dei combattenti ha creato molta preoccupazione nel Paese: il governo crede che nella zona vi siano ancora 686 uomini e donne francesi o che in passato sono vissuti nel Paese. Con loro anche circa 500 bambini. Finora sono rientrati in Francia 244 uomini e donne e 58 bambini. Negli ultimi tempi i rientri sono stati pochi, nove casi da gennaio, soprattutto donne con minori. Nel secondo anniversario degli attentati di Parigi, Nunez non ha però mancato di sottolineare che la minaccia “nei confronti della Francia resta molto forte, come testimonia la propaganda di Daesh“. “Quello che ci preoccupa, sono sempre i progetti di attacchi terroristici preparatri da squadre ancora inseriti nelle zone di combattimento, in Siria o Iraq. Questa minaccia esogena, alla quale dedichiamo molti mezzi, resta ai nostri occhi molto seria. Nelle nostre preoccupazioni è legata alla capacità che ha ancora lo Stato Islamico – ma anche al Qaeda, che non bisogna dimenticare – di proiettare un commando sul territorio francese, per compiere un attentato”.

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