Pisa, tunisini spacciavano cocaina per finanziare il terrorismo islamico
Le indagini dei carabinieri del Ros di Torino hanno smascherato una rete di spacciatori tunisini che operava nel pieno centro di Pisa, in piazza Vettovaglie, dove smerciava ogni giorno soprattutto cocaina e hashish, arrivando a vendere almeno un chilo di stupefacenti a settimana. Secondo gli inquirenti, come si legge sul Giornale, infatti, i tre tunisini facevano parte di una cellula legata all’estremismo islamico. I soldi che erano in grado di racimolare permettevano loro non solo di mantenersi ma anche di sostenere le spese legali (in contanti) per chiedere la liberazione (poi ottenuta) di uno di loro, finito in carcere in Tunisia. I tre conducevano una doppia vita. Da un lato “normale”, socializzando coi connazionali. In segreto, però, erano dediti allo spaccio, e non solo. Oltre alla criminalità comune, infatti, condividevano un’altra passione ancor più pericolosa: quella per l’islam radicale e il sogno di jihad.
L’inchiesta sui legami col terrorismo
La loro storia qualche giorno fa ha fatto scalpore, in quanto per un errore procedurale non sono finiti in carcere. E ora gli indagati hanno presentato ricorso in Cassazione. Bisogna stabilire se siano “normali spacciatori” oppure se questa attività criminale rientri in un contesto più ampio, che include il reato di terrorismo. Gli inquirenti, si legge ancora sul Giornale, sospettano la loro militanza jihadista sulla base di alcune intercettazioni effettuate, tramite telefoni, pc e cimici nascoste nella stanza dell’albergo dove avevano soggiornato a lungo, in via Roma, non lontano dalla Torre di Pisa. L’8 marzo 2016 in una conversazione intercettata i tre, nella stanza d’albergo, parlano di due loro amici, partiti per combattere in Siria come foreign fighters e poi morti. Wael Labidi e Khaled Zeddini erano passati da Pisa. Ed entrambi avevano frequentato piazza delle Vettovaglie, dediti allo spaccio.